Firenze, 27 maggio 2005 - Tornare a gustare in tavola i sapori della sana dieta mediterranea, fare più sport e smetterla con il fumo. E’ racchiusa in tre mosse, all’apparenza semplici, la sfida alle malattie del cuore. Di tali argomenti si è parlato questa mattina, presso l’aula Magna della presidenza della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Firenze, nell’ambito del convegno: “L’approccio terapeutico multifattoriale del paziente a rischio cardiovascolare”.
L’incontro, reso possibile grazie alla collaborazione di Pfizer Italia e svoltosi sotto l’egida dell’Ateneo fiorentino, ha visto la partecipazione, fra gli altri, di illustri studiosi quali il professor Gianfranco Gensini, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, del professor Mario Marzilli, ordinario di Malattie Cardiovascolari all’Università di Siena e del professor Carlo Maria Rotella dell’Università di Firenze. “Non vi è un’età per andare dal medico - ha sottolineato il professor Antonio Salvetti, direttore del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Pisa, fra i relatori del convegno - Tutti, anche i giovani, dovrebbero sottoporsi a uno screening, soprattutto chi ha una certa familiarità con le malattie cardiovascolari.
Per il resto i consigli sono quelli di far tornare sulle nostre tavole i sapori della dieta mediterranea, anche se alcuni piatti risultano essere piuttosto costosi. Occorrerebbe poi che tutti facessero più sport: in Italia ci sono troppi tifosi e troppi pochi sportivi, anche se basterebbero trenta minuti di camminata veloce, tre volte la settimana, per essere in forma. Infine, seppure può sembrare strano il doverlo fare, si raccomanda l’astensione dal fumo. Purtroppo, nonostante i divieti, il vizio della sigaretta è ancora molto diffuso.
Tenere sotto controllo il rischio della malattia, per il resto, significa far prevenzione per i prossimi dieci, venti anni: questo è di vitale importanza per il paziente”. E’ chiaro che oggi la medicina sta venendo sempre più incontro alle difficoltà che incontra la salute delle persone. “La capacità di migliorare le attese di vita è molto ampia - spiega il professor Gianfranco Gensini - Il problema è quello di riuscire a trovare la giusta modalità per ottenere l’adesione massima da parte dei pazienti.
Purtroppo, infatti, tutti gli interventi che vengono messi in atto, a partire dalla modificazione degli stili di vita, passando per la cura dell’ipertensione, soffrono di una tendenza generale ad abbandonare i comportamenti appropriati. L’impegno della medicina negli ultimi anni è, da un lato, rivolto al tentativo di estendere il più possibile l’attenzione su questi elementi, dall’altro è invece rivolto ad intensificare il rapporto con il paziente condividendo con lui obiettivi che, nel caso della pressione o delle dislepidemie, possono essere obiettivi misurabili.
cercando il più possibile di sostenere il paziente nel raggiungimento del fine ultimo che è quello di migliorare le sue condizioni di salute. Ribadisco - conclude Gensini - che tutte le strategie moderne sono valide, dagli Sms alla telefonata dell’infermiera di prevenzione, ma rimane centrale il problema alla motivazione del paziente stesso”.
Si tratta di un accordo che valorizza tutto il territorio, quello stipulato fra Asl 9 Grosseto, Cns (Consorzio che gestisce le mense della Asl) e associazioni degli agricoltori.
“Abbiamo scelto di fare un percorso che valorizzasse i prodotti, la cultura e le tradizioni della maremma – ha commentato il Direttore Generale Asl 9 Giuseppe Ricci al momento della presentazione dell'accordo – la direzione è attenta alle richieste che vengono dal territorio, questo accordo dà maggiore valore anche alle attività del nostro Dipartimento di Prevenzione, che in questo modo si trova coinvolto dal momento di produzione degli alimenti fino al loro consumo. Credo si tratti di un accordo unico in Italia”.
Tutti i tre i rappresentanti delle associazioni degli agricoltori, Massimo Neri per la Coldiretti, Giancarlo Innocenti per la Cia e Giulio Borgia per l'Unione Agricoltori, hanno dichiarato di avere accolto con favore la proposta, che consente di creare un circuito virtuoso chiudendo la filiera, avendo sul luogo, cioè, tutti i passaggi dalla produzione al consumo, e mette in evidenza il legame fondamentale fra territorio e azienda pubblica. Franco Zecca, responsabile del Cns, ha evidenziato che la maremma è un territorio con ambiente e cucina fantastici, tanto che i prodotti maremmani saranno inseriti nella filiera del Consorzio in tutta Italia, in modo da sfruttarne al massimo le loro potenzialità.
“Carne e olio come in maremma non sono da nessuna altra parte, è questa la vera ricchezza dell'Italia – ha affermato Zecca – desideriamo dare il massimo della qualità in tutti i nostri punti di ristorazione, nostro obiettivo è integrare le aziende di ristorazione con quelle di produzione”. Fra i piatti inseriti nei menù della Asl, acqua cotta, scottiglia, caciotta maremmana, cosciotto di maiale, buglione d'agnello. I piatti maremmani saranno presenti dal prossimo 13 giugno, quando sarà attivato il menù estivo.
Per quanto riguarda i consumi mensili, solo per la cucina dell'ospedale della Misericordia, si prevedono 13 quintali di carne, 10 di latte, 3 di salumi, 3,5 di olio, 3 di cereali, 42 di ortofrutta fresca, 7,5 di pomodori pelati.