Venerdì 29 aprile 2005, nella VI sezione del carcere di Sollicciano, un
detenuto di nazionalità marocchina di 22 anni ha tentato il suicidio nel
gabinetto della sua cella servendosi di un lenzuolo. E’ stato soccorso
dai compagni di cella, poi portato via dagli agenti, infine nuovamente
condotto in sezione. I motivi del gesto sono probabilmente legati alla
condizione giudiziaria: il detenuto, tuttora in attesa di giudizio, si
proclama innocente.
Un altro tentativo di suicidio è stato posto in atto un mese e mezzo fa
nella II sezione del carcere fiorentino da un detenuto di nazionalità
tunisina.
Sabato 30 aprile 2005, agenti di polizia penitenziaria con cani
antidroga al seguito hanno effettuato una perquisizione nelle celle del
reparto penale maschile del carcere di Sollicciano, con l’obiettivo di
rinvenire sostanze illecite.
Nelle ore precedenti, sei o sette detenuti
erano stati condotti in ospedale per mezzo di ambulanze perché
intossicatisi aspirando il gas delle bombolette da campeggio in uso
nelle celle per cucinare il cibo acquistato al sopravvitto.
Questi episodi sono stati resi noti dal gruppo ‘Dentro e Fuori le Mura’, secondo cui essi mostrano aspetti di quella quotidianità
carceraria della quale non si parla mai nei media. Una quotidianità
fatta di sovraffollamento, negazione del diritto alla salute, al lavoro, alla affettività; fatta di continui episodi di
autolesionismo.
Una situazione denunciata recentemente anche dal Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone.