Il Comune di Siena ha deciso di istituire una commissione interna che avrà il compito di verificare ogni passaggio dell’assegnazione dell’appalto relativo all’ampliamento dello stadio "Artemio Franchi" oggetto delle indagini del Ros di Firenze.
"Si tratta di atto dovuto – dice il vice sindaco con delega ai Lavori Pubblici – per accertare, al di là di possibili responsabilità dal punto di vista legale, se ci sono stati comportamenti o procedure non rispondenti agli standard qualitativi che vogliamo offrire ai cittadini".
"Restiamo sereni sul nostro operato e convinti della buona fede di tutti – continua Carlo Rossi – Il lavoro della commissione servirà anche a capire se possiamo fare ancora di più per scongiurare questo tipo di rischi.
Rivolgo un invito anche al mondo delle imprese affinché seguano il nostro esempio e facciano simili operazioni di verifica. Non dobbiamo trovarci nelle situazioni paventate dai magistrati toscani".
"Per evitare simili rischi - conclude il vice sindaco - siamo pronti a prendere qualsiasi misura preventiva si renda necessaria"
“La mafia più difficile da combattere è quella che è dentro ciascuno di noi”. Difficile dimenticare questa frase. La scrisse la testimone di giustizia Rita Atria, poco prima di essere assassinata, in seguito alla morte di Paolo Borsellino.
L’ha ripetuta ieri mattina Don Ciotti, in Piazza Trieste a Pontedera. Oltre mille gli studenti riunitisi per ascoltare il prete di Libera, che da anni combatte una dura battaglia di sensibilizzazione e presa di coscienza dei grandi drammi legati alla mafia. Drammi spesso taciuti, nascosti, dimenticati. La mafia, d’altronde è anche questo, è indifferenza, silenzio, armi queste che uccidono forse più di quelle vere. La mafia, ha affermato Don Ciotti, è quella guerra intestina che logora il nostro paese dall’interno e si consuma quotidianamente e negli ultimi anni con 270 morti, di cui 154 vittime innocenti, e fra loro 37 bambini.
Parole dure queste, parole di chi si è scontrato contro il muro dell’omertà, dell’ipocrisia, parole di chi sa quanto sia difficile cambiare, ma soprattutto quanto sia necessario provarci. A Pontedera, che solo pochi mesi fa lo ha nominato cittadino onorario, Don Ciotti ha chiesto di dedicare una via in memoria di Rita Atria. Immancabile poi un pensiero per Elisa Durante, la donna presa in ostaggio e poi freddata dal proiettile di un camorrista, che si fece scudo di lei per coprirsi. Infine un messaggio ai giovani: “Vietato parcheggiare”.
Motto creato dai promotori della manifestazione, è stato ripreso da padre Ciotti per spronare le nuove generazioni a lottare, a cambiare, ad impiegare le proprie energie in progetti positivi, ad uscire da quella sorta di egoismo narcisistico in cui i giovani tendono sempre più a rinchiudersi. “Siate testardi, non arrendetevi, arrabbiatevi, indignatevi, protestate: ne avete il diritto”. Un messaggio deciso, chiaro, un invito a parlare, ad ascoltare. Il mondo giovanile ha bisogno di dialogare e di confrontarsi.
“Io ai miei sposi- ha proseguito il parroco- regalo sempre per le nozze una porta, invitandoli a lasciarla sempre aperta, perché spesso si può essere soli anche in due o in tre”. La condivisione è dunque fondamentale. Queste le regole: “Non affrontare gli altri in una sfida ma incontrarli, non portarli ma accompagnarli, non affidarsi alla tecnica e all’efficienza ma credere nell’unità di intenti, non guardare ai problemi ma ai bisogni”.
Sara Montesi