Joachim Fest è senza dubbio il massimo esperto della storia del Terzo Reich. Alla complessa figura di Hitler ha dedicato numerosi volumi, tra cui” Hitler. Una biografia “e il più recente La disfatta da cui è stato tratto il film che è in uscita domani in Italia .La pellicola, diretta da Oliver Hirsrchgiebel , è ispirata al saggio in cui Joachim Fest ha raccontato la caduta di Berlino e la vita nel bunker in cui il Führer si sarebbe suicidato. In occasione del dibattito tenutosi pochi giorni fa all’Università Roma Tre, Fest ha risposto pacatamente alle domande della stampa.
Interrogato sulle polemiche che l’anno scorso hanno accompagnato l’uscita del film in Germania, accusato di ambiguità, ed eccessiva accondiscendenza nei confronti di Hitler lo storico ha affermato che si tratta soprattutto di snobismi intellettuali, che la popolazione tedesca non condivide. “Voglio sottolineare- ha affermato Fest- il coraggio di produttore, sceneggiatore, regista nell’aver deciso di realizzare questo film: il primo che, sessant’anni dopo, affronta con rigore storico la fine del nazismo, se escludiamo L’ultimo atto di Georg Pabst, del 1956.
In molti mi hanno scritto, e ho visto gente piangere all’uscita dal cinema”. 'La caduta' è tratto oltre che dal libro dello storico tedesco ,anche da quello scritto dalla segretaria del Fuehrer, Traudl Junge, 'Fino all'ultima ora”.Proprio dal punto di vista di questa giovane donna, il regista e lo sceneggiatore Bernd Eichinger hanno scelto di raccontare quegli ultimi giorni nel bunker.Hitler è interpretato da un magistrale Bruno Ganz che ha realizzato una vera e propria metamorfosi fisica.
Hitler è circondato nel bunker dai suoi generali, dalle attenzioni della sua amante Eva Braun (che sposerà prima di suicidarsi), dal Ministro Goebbels e dalla moglie (che ucciderà i figli prima di togliersi la vita) e dalla stessa Junge. Accusato da alcune riviste come 'Bild' e anche dal regista Wim Wenders di aver ritratto Hitler in modo troppo umano, mostrandolo mentre mangia, mentre ascolta i canti dei figli di Goebbels, perché mostra tenerezza verso la segretaria e gratitudine per la cuoca che gli prepara l'ultimo piatto, il film in realtà mostra il dittatore come un uomo senza compassione.La polemica in Germania è nata sull’opportunità di produrre un film tedesco sulla figura del criminale nazista, e di offrire una sorta di monumento al “mostro” Una tesi contrastata dallo sceneggiatore Bernard Eichnger che ha dichiarato di aver voluto realizzare La caduta perché convinto che "sia giunto il momento per i registi tedeschi di avere il coraggio di portare sulla scena gli eventi più cupi e traumatici della sua storia".
In attesa delle polemiche che probabilmente non mancheranno anche in Italia, accogliamo con attenzione un film di qualità che induce ad una riflessione storico critica anche sul quel passato “scomodo” che talvolta si tenderebbe a rimuovere.
Alessandro Lazzeri