L’eccellenza toscana nella produzione agroalimentare l’ha portata ad essere conosciuta ed apprezzata su tutti i mercati nazionali ed internazionali.
Questo è quanto risulta dalla ricerca “ Caratteri e dinamiche del settore alimentare artigianale in Toscana” promossa dall’Osservatorio Regionale dell’ Artigianato e realizzato da Unioncamere Toscana e regione Toscana, con la collaborazione delle Federazioni regionali di Cna, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e curata da Artex.
Dalla ricerca è emerso che la Toscana primeggia per la qualità della sua produzione agroalimentare che la vede al 1° posto della graduatoria nazionale con ben 457 denominazioni di origine controllata, pari a un decimo del totale nazionale, seguita a ruota da Piemonte e Veneto.
Dalla rapporto emerge che la Regione Toscana è al 1° posto per i Prodotti Tradizionali, al 2° per il numero di denominazioni di origine dei vini ed al 4° posto per i prodotti DOP e IGP.
Con 1.245 milioni di euro, la Toscana si trova ad occupare il 6° posto a livello nazionale per il valore delle proprie esportazioni,con una media di 597 euro per unità locale, superando l’Emilia-Romagna ma rimanendo al di sotto di Piemonte, Veneto e Lombardia. I risultati sono positivi per quel che riguarda il saldo import/export che risulta essere non troppo negativo e per il deficit per abitante più basso che altrove.
Lo studio evidenzia, altresì, delle note dolenti riguardo al sistema produttivo toscano soffermandosi in particolare sulle ridotte dimensioni della strutture aziendali ( 1-2 addetti per azienda) che possono costituire elemento di debolezza nella competizione globale.
La metà degli addetti, infatti, è costituita dai titolari e dai loro soci oltre a cui si aggiungono altri collaboratori per lo più di provenienza familiare. Interessante è il dato relativo all’universo femminile, la Toscana infatti con il 5,5% di addetti femmine sul totale italiano (5,1 % quello maschile) si pone leggermente sopra la media nazionale.
Per quanto riguarda invece l’attuale crisi del contesto economico il sistema produttivo toscano risponde scegliendo la strada dell’innalzamento dei propri standard qualitativi, in modo da assecondare non solo i bisogni emergenti dei mercati di nicchia ma anche per concorrere meglio sui nuovi mercati grazie ad un’offerta qualificata e differenziata.
Infine, come spiega il Presidente di Unioncamere Pierfrancesco Pacini “La competitività tra le imprese non si gioca solo sul piano individuale delle singole entità, bensì anche sulla capacità di instaurare accordi di collaborazione, promuovere scambi di prodotti e servizi, passare a promozioni comuni, e in genere sviluppare forme associative e consortili a diverso grado di coinvolgimento”.
In sostanza da questo rapporto si evince che il sistema toscana regge, ma che per rispondere al meglio alle sfide che i mercati internazionali propongono non basta avere il consenso del consumatore attento e critico, ma le stesse imprese devono dotarsi di strumenti di marketing territoriale che guardino al di là del mercato sotto casa.