Si intitola “Oratori del II secolo” ed è l’opera inedita di Giacomo Leopardi che l’associazione “La Città dell’Arte” con il patrocinio del Comune, presenterà sabato 30 aprile 2005 alle ore 17,00 al Teatro dei Varii di Colle di Val D’Elsa (Siena). Relatore il professor Rolando Ferri della facoltà di Lettere dell’Università di Pisa. Un testo giovanile del poeta di Recanati, che viene presentato adesso per la prima volta, in edizione critica, con un’ampia introduzione ed un dettagliato commento a cura di Chiara Ombretta Tommasi dell’Università di Pisa.
Si tratta di una edizione dei Rhetores di Leopardi che prosegue la serie degli “Scritti di Giacomo Leopardi inediti o rari”, inaugurata trent’anni fa con gli “Scritti Filologici” e proseguita con alterne vicende editoriali. Per il suo allestimento ci sono voluti cinque anni di lavoro sostenuti da un generoso contributo del Centro Studi Leopardiani. La volontà editoriale de “La Città dell’Arte” ha poi permesso al prezioso manoscritto, in possesso della famiglia Leopardi, di essere pubblicato in un libro dalla elegante veste (Ermes editore).
Il primo del progetto “Philosophia perennis”. Vale a dire un gruppo di lavoro istituito da “La Città dell’Arte” con lo scopo di affrontare le tematiche legate al pensiero tardo antico e al rinascimento, di cui “Oratori del II secolo” apre una collana ad esso dedicato, oltre a costituire il primo volume di una biblioteca unica in Europa specializzata sull’argomento.
“Oratori del II secolo” - “Studi sugli scritti degli anni giovanili di Giacomo Leopardi – spiega Chiara Ombretta Tommasi - hanno messo in rilievo come prima della celebre “conversione” alla filosofia ed in seguito alla poesia, culminata con il progressivo abbandono della fede cattolica, il suo talento prodigioso si fosse indirizzato all’erudizione e all’antiquaria, con il preciso intento di acquisire gloria personale e di rendere un servigio alla cultura e alla sua patria: ne derivò una produzione assai diversa per mole e argomenti, che fu in grado di attirare l’attenzione sia di letterati italiani, sia di un certo numero di filologi stranieri”.
Il testo è dedicato a quattro grandi scrittori della prima età imperiale.
In questi “Rhetores Graeci”, scritti a sedici anni nel 1814, Leopardi traccia una sintesi della vita e delle opere di oratori assai celebri del I-II secolo dopo Cristo, quali i greci Dione Crisostomo, Elio Aristide ed Ermogene. Accanto ad essi, il latino
Frontone, del quale ancora non si aveva conoscenza diretta. “L’opera – rileva Chiara Ombretta Tommasi - assai importante anche perché rimasta pressoché inedita sino ad oggi, testimonia i precoci e vari interessi di Leopardi”.
Ad esempio quello per la retorica, che maturò con l’adesione alla coeva corrente letteraria del purismo. Allo stesso tempo vi si possono riscontrare momenti in cui affiora la personalità dell’autore giovinetto, con spunti che sarebbero stati ripresi nelle opere maggiori, fino allo Zibaldone. Il documento si rivela, infine, assai prezioso, in quanto testimonianza di antiquaria e storia della filologia dedicata ad un periodo della letteratura classica che ultimamente è stato fatto oggetto di proficue indagini storiografiche e critiche.
La città dell’Arte, è un’associazione onlus che ha come scopo la promozione e la diffusione della fruizione delle arti. Il nome deriva dal celebre trattato di Cennino Cennini, faro di chiunque si avvii allo studio delle arti figurative. Naturalmente le attività dell’associazione si indirizzeranno verso tutte le arti, teatro, musica, cinema, arti liberali in genere, architettura e cucina senza dimenticare la promozione sociale ed umana.