Quando si sente suonare la chitarra di Steve Hackett, il suo tocco magico d'artista ci riporta agli anni settanta. In un'epoca non da molto passata, in cui era ancora lecito stupire attraverso la semplicità di melodie ispirate e piene di sentimenti puri. Sono passati circa trent'anni da quando Hackett abbandonò la nave scuola Genesis per imbarcarsi anche lui, come già era successo per Peter Gabriel, nella difficile avventra solistica, lasciando al timone del gruppo un Phil Collins sempre più commerciale e sempre meno scevro da compromessi. Steve Hackett, inutile nasconderlo, negli anni ha ottenuto molto meno successo commerciale di Gabriel, per tutta una serie di motivi: innanzitutto a causa della scelta di continuare a sperimentare in ambiti ben più "difficili" di quelli battuti (seppur con grande stile e ottimo gusto) dall'ex singer dei Genesis. Infatti Steve ha fatto la sua strada senza mai rivolgere nessuno sguardo verso il lato semplice dell'industria musicale.
Ha sempre osato in campi ostici per tutti gli altri. In campi costellati da chitarre acustiche usate come strumento solista per un'intera orchestra, oppure in situazioni "elettriche" ma ben poco fruibili dal grande pubblico. Rispetto all'altro genio indiscusso della sei corde, il re cremisi Robert Fripp, Steve Hackett ha mantenuto fede al grande senso della melodia che sempre lo ha contraddistinto, creando acquerelli difficili sì, ma sempre godibilissimi (magari anche solo dai cultori della musica classica).
Fripp invece più volte si è chiuso in se stesso, creando paesaggi sonori spesso pretenziosi e senza capo né coda. Hackett tentò negli anni ottanta anche la carta del gruppo "AOR" (acronimo di "Adult Oriented Rock", movimento che fa capo a gruppi sullo stile di Asia e Toto), fondando insieme al celeberrimo Steve Howe degli Yes un supergruppo chiamato "GTR" (ovvero "Guitar"). Ma sicuramete non era quella la strada di Hackett, visto che il disco che ne scaturì, seppur interessante, non ha niente a che vedere con gli utlimi lavori del nostro,senz'altro molto più onesti, meno ruffiani e molto personali, riconoscibili da pochissime note. Domani sera Steve Hackett arriva a Firenze, al Saschall, e ci arriva quasi in punta di piedi, visto che stavolta il suo tour è completamente acustico, con una scenografia minimale, e vede Steve alla voce e alla chitarra, il fratello John Hackett al flauto e Roger King alle tastiere.
Gli appassionati sono già in fermento, perché come si sa, Steve ama molto suonare anche pezzi dei primi Genesis oltre al suo repertorio solistico (cosa che Peter Gabriel ha abbandonato dal 1980 e che Phil Collins non ha mai fatto). Sarà quindi un'occasione per riascoltare, in versione acustica, alcuni dei più bei brani musicali del ventesimo secolo, oltreché per apprezzare composizioni originali di Hackett, che magari non tutti conoscono ma che possono suscitare delle grandi emozioni. L'appuntamento è quindi da non perdere per tutti gli amanti dei Genesis e della musica immortale: siamo infatti sicuri che Hackett renderà magica la serata fiorentina di domani. Marco Lastri Steve Hackett Acoustic Trio 26 Aprile al Saschall Inizio ore 21.00 Prezzi: posti numerati 33,00/27,00/20,00 euro