Discriminazioni, valorizzazione delle differenze, politiche attive del lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 aprile 2005 14:54
Discriminazioni, valorizzazione delle differenze, politiche attive del lavoro

(22 aprile 2005) – Su iniziativa della Consigliera di Parità della Provincia di Firenze, Maria Grazia Maestrelli, si sono svolti oggi al Grand Hotel Baglioni di Firenze i lavori di un convegno sulle discriminazioni sul lavoro.
“Discriminazioni. Valorizzazione delle differenze. Politiche attive del lavoro” il tema dell’iniziativa, aperto dal saluto del vicepresidente della Provincia Andrea Barducci e poi proseguito, dopo l’introduzione della Consigliera di Parità, con relazioni di Delia La Rocca, dell’Università di Urbino, sull’occupazione femminile e la tutela antidiscriminatoria, e di Alba Chiavassa, giudice del lavoro del Tribunale di Milano, sull’effettività delle tutele (partendo dall’attuale stato del diritto antidiscriminatorio, dalla l.

903/77 sulla parità uomo-donna nel lavoro alla L. 125/91 e al D.lv 196/00 in relazione al concetto di discriminazione diretta ed indiretta, fino ad arrivare alla direttiva comunitarie di “nuova generazione”: la 43 e 78 del 2000 e la 73 del 2002; la prima relativa alla discriminazione per razza e origine etnica, orientamenti sessuali, religione, handicap, età, convinzioni personali, l’ultima relativa alla discriminazione di genere nel lavoro).
Sono poi intervenuti rappresentanti dei sindacati confederali: Mauro Fuso per la Cgil, il segretario provinciale della Cisl Adriano Fratini, Sandra Tannini del coordinamento Donne Uil, che hanno rilavato nella debolezza del quadro normativo la vulnerabilità del sistema.

Molta la strada ancora da percorrere attraverso accordi contrattuali e con gli enti pubblici, con i quali vanno creati tavoli di concertazione. Tutti i sindacalisti hanno poi insistito sull’importanza dei tempi delle città nella creazione delle discriminazioni ai danni delle donne.
Come ha spiegato la Consigliera Maestrelli le richieste di intervento al suo ufficio da parte di donne che si ritengono discriminate sul lavoro sono in crescita. Dai 17 casi nel 2002 si è passati ai 43 nel 2003 fino ad arrivare a 61 casi nell’anno passato con un aumento percentuale quasi del 30%.


Dei 61 casi, 32 sono stati risolti positivamente. Per 11 casi si è avviato un procedimento giudiziario e per gli altri 11 è stato richiesto l’intervento di un legale oppure è stata fornita una consulenza specifica. I rimanenti casi sono sospesi in attesa di ulteriore documentazione per la fase istruttoria.
Le tematiche affrontate sono state di varia natura. Stanno aumentando proprio le denunce di discriminazione sul lavoro, fra queste anche quelle legate all’accesso od alla carriera.

Diminuiscono invece i casi legati alla maternità e le problematiche connesse. E’ significativo, invece, il dato relativo alle richieste di flessibilità sul lavoro: alcuni esempi sono la mancata concessione del part-time, la rigidità dell’orario di lavoro, la turnazione non compatibile con i carichi familiari.
Nel pomeriggio dibattito e ulteriori relazioni e intervento conclusivo affidato all’assessore provinciale alle Pari opportunità Marzia Monciatti.

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