"Mettiamo in evidenza come questo risultato sorprendente sia un ulteriore anello della catena di nuova soggettività territoriale che vede i cittadini attivi a discutere -commentano dai Comitati dei Cittadini di Firenze- sviluppare competenze, criticare e proporre soluzioni alternative a progetti sciagurati di svendita della città ad interessi forti.
2001 maggio: alcuni studenti dell'Istituto statale d'Arte di Porta Romana si incatenano ai cedri del giardino antistante l'istituto che Sindaco e Soprintendenza avevano già deciso di sacrificare agli interessi del calcio Storico.
Oggi i cedri sono ancora lì nel giardino a rallegrare la vista dei cittadini che lo frequentano.
2001-2003: una sorprendente mobilitazione di cittadini organizzati attorno al Comitato per la Difesa delle Cascine e della Passerella pedonale, e nonostante l’apertura dei cantieri, impediscono la realizzazione di un nuovo ponte carrabile previsto dall'amministrazione in sostituzione dell'attuale passerella pedonale di collegamento fra piazza dell'isolotto e le Cascine.
2003 maggio: la mobilitazione dei cittadini impedisce l'abbattimento di 34 piante nel giardino della porta Mugnone della Fortezza e determinano il rinvio a giudizio del sindaco di Firenze e altri dirigenti per l'abbattimento illegale di cinque alberi dello stesso giardino.
2004 aprile: la denuncia dei cittadini blocca il cantiere del parcheggio della Fortezza e determina un ripensamento del progetto che, anche se non ancora concluso, ha portato alla decisione di abbattere la galleria commerciale che si era realizzata a cinque metri dai bastioni.
2004 luglio: mobilitazione dei cittadini in difesa del parco di Villa Fabbricotti sottoposto a pesante intervento di abbattimento di piante di alto fusto.
2004 settembre: costituzione di un comitato in difesa dell'area di San Salvi che denuncia la manomissione del complesso prevista dal piano guida approvato dall'amministrazione e riapre la discussione sulla destinazione dell'area investendo tutti gli abitanti del quartiere.
Sono questi alcuni dei risultati più significativi ottenuti attraverso la mobilitazione attiva dei cittadini: questa è la forma della reale partecipazione, nei confronti della quale ben poco può la propaganda.
Quanto realizzato dal Comitato ex Panificio Militare sarà seguito da altre espressioni di questa nuova soggettività territoriale che si oppone alla deriva affaristica e allo sfascio di questa città per affermare condizioni di vita più giuste e più umane".
Questo il testo dell'intervento dei consiglieri del gruppo di Rifondazione Comunista in Palazzo Vecchio e al Consiglio di Quartiere 5:
«Da sempre i gruppi consiliari di Rifondazione Comunista in Comune e nel Consiglio di Quartiere 5 hanno espresso la loro contrarietà al progetto presentato dallo studio Archea sull'area dimessa del panificio militare.
E' evidente, se non mistificatorio e in quanto tale non può provare altro, che rispetto ad un'area dismessa, recintata da un brutto muro un intervento edilizio di recupero, semmai anche bello, è un miglioramento. Il punto però è che potrebbe essere un miglioramento solamente estetico ed invece un aggravamento dei carichi urbanistici e ambientali. E proprio quest'ultimo aspetto che motiva la nostra contrarietà all'operazione edilizia sull'area guidobono. Vale la pena ricordare che il quadrante è già stato sottoposto a notevoli cambiamenti urbanistici e a consistenti trasformazioni edilizie che hanno aggravato i carichi urbanistici fosse solo in termini di inquinamento atmosferico, e carico dei veicoli privati.
La trasformazione urbana dell'area non può assolutamente escludere la problematica del riequilibrio ambientale e sociale di tutto il quadrante ne tanto meno può limitarsi ad una sola partita di scambio tra interessi dei privati e "qualche interesse" del Comune. In questo scambio rimarrebbero infatti fuori gli interessi legittimi degli abitanti della zona rispetto a problemi e richieste che vanno accolte e soprattutto verrebbero penalizzati ulteriormente dal peggioramento della viabilità e dell'inquinamento acustico ed atmosferico già molto pesante in tutta l'area.
Un'area la cui trasformazione, per dimensione dell'eventuale intervento, interviene direttamente sulla qualità della vita dei residenti proprio per gli impatti urbanistici ed ambientali che ne possono conseguire dovrebbe essere sottoposta a una procedura di urbanistica partecipata. Il tema della partecipazione è troppo spesso invocato, esempi e competenze significative di laboratori di urbanistica partecipata esistono perché non sperimentare subito questo processo anche a Firenze. Il Gruppo Consiliare del PRC Quartiere 5, in raccordo con il gruppo consiliare di Palazzo Vecchio, ritiene opportuno chiarire la sua posizione sul dibattito emerso (Martedì 12 Aprile 2004) durante il Consiglio di Quartiere aperto richiesto dai cittadini circa l'area dimessa dell'ex-Panificio militare di via Mariti.
Malgrado la nostra posizione sia stata chiarita alla fine della lunga seduta consiliare, crediamo sia doveroso ribadirla per tutte quelle cittadine e cittadini che, data la tarda ora serale, non hanno potuto assistere alla conclusione del dibattito. Nel nostro intervento iniziale, quando ancora il Consiglio era in forma "chiusa", abbiamo espresso la nostra netta contrarietà ad eventuali progetti edilizi sull'area che aumentassero il già grave impatto urbanistico che sussiste in quella zona, ed abbiamo invece ribadito la necessità che un recupero di quella area dismessa abbia come primario obiettivo quello di riqualificare (ambientalmente e socialmente) quella parte di città.
Abbiamo inoltre rilevato, così come fatto più volte dai cittadini e dal Comitato di abitanti che si è venuto a formare, quanto il progetto presentato dallo Studio Archea vada in direzione totalmente opposta a quella sopra brevemente descritta. Abbiamo, infine, concluso il nostro intervento ponendo al Consiglio tutto e agli Assessori comunali presenti (Ass. Biagi e Ass. Bevilacqua) la domanda precisa emersa anche dalle istanze promosse dal Comitato: è possibile riazzerare quel progetto e ripartire insieme (Amministrazione e cittadini) in un percorso di partecipazione attiva per la pianificazione di un progetto di riqualificazione dell'area Guidobono? Il Comitato sull'ex-Panificio militare ha poi presentato un documento nel quale esplicitava in forma netta questa nostra richiesta.
Crediamo che l'Assessore Biagi nella sua risposta abbia preso atto della impraticabilità della proposta dello studio Archea. E' per questo che, abbiamo cercato di lavorare ad un documento che assumesse di fatto le richieste così fortemente e nettamente espresse dalla maggioranza degli abitanti della zona e che ovviamente avesse la maggioranza del consiglio di quartiere 5. Ne è scaturito un Ordine del giorno che, seppur diverso nella forma, recepiva proprio le richieste del documento del Comitato.
Tuttavia, al momento della lettura, è stato evidente che la fretta e l'animosità del momento hanno portato a redarre un documento che è apparso meno chiaro e meno netto rispetto alle posizioni sostenute sebbene, l'OdG presentato impegnava anch'esso il Quartiere a chiedere un riazzeramento dello Studio Archea. Poiché tale posizione non è apparsa chiara, ci è sembrato opportuno intervenire di nuovo chiedendo e ottenendo che l' OdG presentato riprendesse esplicitamente e testualmente la richiesta espressa dal documento presentato dal Comitato.
Così è avvenuto. L'OdG è stato approvato all'unanimità, poiché noi del PRC e la maggioranza di Centro sinistra ha votato a favore, mentre la Casa della Libertà si è astenuta. Questo è il risultato emerso dal Consiglio aperto di ieri sera. Questo, crediamo, sia un importante punto di partenza per ridiscutere totalmente il progetto urbanistico dell'area Guidobono, così come richiesto dal Comitato e dalla maggioranza dei cittadini della zona che esso rappresenta. Come PRC ci impegneremo per trovare una convergenza con le forze di maggioranza, solo e strettamente sui contenuti, al fine di recepire e valorizzare le istanze espresse dalla collettività.
Così è accaduto nell'assemblea di ieri, dove crediamo che il PRC abbia contribuito in modo decisivo a far assumere al Consiglio di Quartiere 5 la richiesta più importante e concreta fra quelle emerse dal dibattito: l'azzeramento delle proposte presentate da Rubens S.r.l e il rilancio di un percorso partecipativo per progettare un piano di recupero volto alla riqualificazione ambientale e sociale dell'area dell'ex-Panificio».