«Dopo la decisione della giunta di liquidare Sitimet vogliamo capire di chi sono le responsabilità politiche». E' quanto chiedono il vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi e la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «Con lo scioglimento della società - hanno sottolineato - la giunta e la maggioranza di centrosinistra confermano che avevamo ragione. Se è vero, come vediamo in questi giorni, che le vittorie hanno molti padri, adesso vogliamo capire chi si assume la responsabilità di questa sconfitta».
«Era il 9 aprile 2004 - hanno ricordato Toccafondi e Checcucci - quando l'assemblea di Sitimet spa, in seduta straordinaria, approvò l'aumento del capitale sociale da 714.000,00 euro a 4.474.000,00 euro. Il 5 aprile 2004 erano stati la giunta e il consiglio comunale con i voti della maggioranza di centrosinistra ad approvare la delibera dell'aumento del capitale sociale sottoscrivendo la propria quota di competenza pari ad 1.917.600,00 euro con il versamento immediato del 25% nell'esercizio 2004 (pari ad 479.400,00 euro) e con la promessa di versare il restante 75% (pari ad 1.438.200,00 euro) nel 2005.
Il centrodestra votò contrario». «Ora si è giunti alla decisione di sciogliere questa società - hanno proseguito - giunta, maggioranza di centrosinistra e sindaco sono gli stessi che meno di un anno fa proposero e approvarono la delibera di aumento di capitale che non fu interamente versato solo e soltanto perché il Comune non poteva accendere un mutuo di quasi 1milione e mezzo di euro. Alla Sitimet, però, furono versati quasi 500mila euro. La società è finita in liquidazione con un voto unanime dei suoi soci, tra i quali c'è Ataf spa, che pochissimi mesi fa ha versato circa 400mila euro di aumento di capitale.
Come si giustifica Ataf SpA di queste scelte contraddittorie? E' giusto proporre una delibera sugli indirizzi delle società partecipate ma coerentemente si deve fare chiarezza anche sulle responsabilità politiche di scelte che la stessa maggioranza e lo stesso sindaco dimostrano con i fatti e con le delibere di scioglimento, furono sbagliate». «La delibera sugli indirizzi - hanno concluso i due esponenti del centrodestra - in sé non può che essere condivisibile anche perché individua adempimenti in capo alle società che sono previste dalla legge, come ad esempio il controllo di gestione interno che aziende con capitale sociale enorme non hanno ancora.
Anzi, la delibera è di per sé il riconoscimento più evidente e tangibile che le partecipate necessitano di un cambiamento radicale che deve cominciare da quel minimale contenuto che l'atto di indirizzo riporta, a cominciare dalla razionalizzazione delle spese per indennità. Già la commissione controllo aveva proposto la rimodulazione delle stesse e la non sovrapposizione degli incarichi in capo alla stessa persona. Oggi, proprio dando seguito a questa posizione, la commissione all'unanimità chiede l'estensione del contenimento delle indennità anche per i consiglieri di amministrazione che non dovranno percepire comunque più di un consigliere comunale e che ciò, naturalmente, debba valere anche per tutti gli enti, istituzioni comunque partecipati dal Comune per i suoi nominati.
Solo così alle dichiarazioni di "ravvedimento operoso" della giunta seguiranno i fatti che dimostrano che non si tratta solo di parole».