Livorno, 29 marzo 2005 - Per domenica 3 aprile è prevista la visita a Palazzo De Lardarel, ultimo appuntamento in calendario per "Livorno tutta invenzione..." progetto di aperture straordinarie promosso dal Comune di Livorno ed organizzato dalla cooperativa Amaranta Service. Due le visite in cartellone, una alle 15.00 e una alle 16.00, come sempre su prenotazione (cell. Amaranta Service 349-2564537).
Il punto di ritrovo è via de Larderel 88, per scoprire insieme una delle dimore più importanti, più lussuose e più suggestive dell'Ottocento livornese: la dimora fatta costruire a metà secolo, per se e per la propria famiglia, da Francesco de Larderel, un mercante di origine francese che giunge a Livorno all'inizio dell'800 e si dedica dapprima al commercio poi allo sfruttamento di giacimenti di borace nella zona di Pomarance, dove crea una moderna industria ed un villaggio operaio.
Nel corso di circa 20 anni riesce ad accumulare una grossa fortuna che investe nel campo immobiliare e nella creazione di una ricca collezione d'arte, fatta di quadri, statue e originali curiosità esotiche che espone nelle grandi gallerie del suo palazzo livornese.
Tramite l'acquisto di commende nobiliari inizia la sua ascesa nella società toscana che lo vede ai vertici dell'elite culturale e politica livornese.
Il primo nucleo del palazzo della famiglia Larderel risale al 1830, costruito da Riccardo Calocchieri, architetto delle Regie Fabbriche nell'area di nuova espansione di via dei Condotti Nuovi.
La prima struttura si caratterizza come una residenza di campagna su quattro piani.
A questo edificio furono aggiunte ulteriori ali nel 1836 da parte dell'architetto Gaetano Gherardi, per sviluppare ulteriormente il palazzo con dei settori riservati ai pigionanti. L'edificio fu definitivamente concluso nel 1850 con il completamento della facciata su progetto del livornese Ferdinando Magagnini che si ispira a modelli francesi e ad uno stile neoclassico stemperato da moderne decorazioni.
Da ricordare all'interno del palazzo il grande atrio che ospita le statue dei grandi toscani della storia, copie in gesso di quelle del Palazzo degli Uffizi, lo scalone monumentale, il suggestivo salotto gotico, capolavoro di carpenteria lignea opera dello stesso Magagnini e gli ampi saloni che si susseguono uno dopo l'altro caratterizzati da vivaci decorazioni murarie, opera di noti decoratori locali come Giuseppe Baldini, Gaetano terrieri e Giovanni e Giacomo Medici.
L'elemento di maggior fascino rimane la sala da ballo su due piani, arricchita con stucchi bianchi e decorati con motivi classici ed affrescata nella grande volta superiore con un affresco dove compaiono elementi moderni accanto a motivi classici, opera del noto pittore Cecrope Barilli.