Gli abitanti di Sant’Ambrogio temono che il loro mercato faccia la fine di quello Centrale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2005 10:34
Gli abitanti di Sant’Ambrogio temono che il loro mercato faccia la fine di quello Centrale

Timori che il mercato di Sant’Ambrogio faccia la fine di quello Centrale. A dirlo sono gli abitanti del rione, come emerge dal sondaggio ‘Le reazioni dei residenti e dei commercianti all’allargamento del settore B della ZTL – Il Mercato di Sant’Ambrogio’ commissionato all’’Istituto Freni’ dal capogruppo Udc al Comune di Firenze Mario Razzanelli.
Il periodo di rilevazione é stato il 25 Marzo su un campione di 192 soggetti.

Conoscenza dell’ampliamento della ZTL in Sant’Ambrogio
Poco più di un residente su 3 risultava ancora all’oscuro della decisione della Giunta Comunale di estendere la ZTL.

Molto più elevato il livello di conoscenza del provvedimento presso le utenze aziendali (evidenziando forse un atteggiamento di inquietudine per la decisione). Poco più del 40% ha affermato di conoscere pienamente la tematica e poter quindi esprimere un’opinione consapevole ed informata sugli effetti della delibera che estende il settore B della zona blu a piazza Ghiberti e vie limitrofe.
Gli effetti previsti dall’ampliamento della ZTL sul commercio rionale
Sia i cittadini che i commercianti (ma questi ultimi in misura decisamente più intensa) propendono per ritenere giustificati i timori di chi prevede a seguito dell’estensione della ZTL pesanti conseguenze sul commercio rionale, simili a quelle che hanno dovuto subire gli esercizi del Mercato Centrale (in larga parte già chiusi, in parte, come ultimo tentativo di resistenza, riconvertiti nell’offerta di prodotti alimentari destinati a soddisfare la domanda turistica).
In genere anche presso i favorevoli all’allargamento della ZTL prevale un atteggiamento di comprensione nei confronti dei commercianti e della loro protesta: “via dell'Agnolo e della Mattonaia sono le vie di scorrimento che restano ai viali; se le bloccano da dove si passa?”, “non è un problema per il mio lavoro ma li comprendo e li appoggio”, “per i commercianti sarà peggio”.

Alcuni, invece, ritengono ingiustificata la protesta: “il commercio sopravvive lo stesso; ricordo la stessa protesta quando (una vita fa) chiusero via Calzaioli; mi sembra che siano sopravvissuti tutti benissimo anche senza il passaggio delle auto”, “i residenti non cambieranno mai le loro abitudini; in S. Ambrogio si risparmia”.
Commercio rionale e Grande distribuzione
Buona parte dei residenti intervistati tende a respingere l’interpretazione “dietrologista” di alcuni commercianti della zona che credono di vedere nell’allargamento della ZTL una manovra ai loro danni per favorire la Grande Distribuzione: “mi sembra una malignata di parte”, “la ZTL aiuta il commercio”.
Diversa la risposta da parte dei commercianti.

L’interpretazione maliziosa che l’allargamento della ZTL miri a dirottare gli acquisti dei fiorentini verso gli ipermercati ed i centri commerciali è stata raccolta da una parte maggioritaria delle utenze professionali e commerciali: “questa è la loro politica, quella della Giunta”, “il problema è che non potendo arrivarci né in macchina né in motorino le persone non vengono più”. Altre critiche sono state rivolte al sistema dei parcheggi: “parcheggio fatto male, stretto, le station wagon passano male, un ulteriore ostacolo oltre alla ZTL”.
Alcuni commercianti hanno proposto una diversa interpretazione: “no, lo scopo della ZTL è far parcheggiare nel nuovo parcheggio a pagamento”, “si tratta di riempire i 2 garage perché sono sempre vuoti”.

Equilibrio tra consultazione e decisione
Anche i sostenitori della ZTL hanno espresso numerose riserve per il mancato ascolto da parte della Giunta Comunale delle obiezioni, riserve e proteste raccolte durante la fase di consultazione-partecipazione; un atteggiamento che ha lasciato in larga parte degli intervistati l’impressione che le loro opinioni non avrebbero in alcun caso modificato una decisione già presa.
Prevale largamente l’opinione di quanti vedono nel provvedimento un atto “precipitato” senza attendere la necessaria maturazione dell’opinione pubblica per intervenire così profondamente sulla vita economica e civile della zona: “che succederà nei prossimi anni se i negozi chiudono e gli studi professionali si trasferiscono altrove? Con loro se ne va anche il lavoro”.

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