E´ il titolo dell'editoriale dell'ultimo numero del notiziario dell'Associazione "Valentino Giannotti" per lo Sviluppo dell'Aeroporto di Firenze, che afferma:
"Mentre Firenze dorme il suo sonno profondo, nel resto del mondo discutono del nostro aeroporto. Lo fanno le industrie aeronautiche che studiano Firenze come caso più critico per l’operatività dei propri velivoli. Lo fa un po’ tutto il settore aeronautico nazionale e internazionale non riuscendo a capacitarsi del perché in Toscana non si voglia risolvere la questione aeroporto.
Lo fanno singoli cittadini dal resto d’Italia e dall’estero convinti che un aeroporto funzionale dovrebbe essere la cosa più naturale per una città come Firenze. Così, navigando nella rete, può capitare di imbattersi in appassionate discussioni informatiche sulle prospettive del Vespucci come quella dove è comparsa l’immagine riprodotta qui sotto.
Non sappiamo quanto corrisponda al famoso progetto della nuova pista di cui si parla da oltre un anno, ma di certo dà l’idea di ciò che si potrebbe fare nella piana fiorentina, se si vuole e se ci sono davvero le risorse, al di là di tanti giri di valzer attorno ad altre ipotesi.
D’altra parte non c’è niente di nuovo: la collocazione della pista corrisponde a quella prospettata più volte dagli anni ‘40 ed è ancora più logica oggi considerando ciò che c’è e ciò che dovrebbe esserci nel territorio tra Firenze e Sesto Fiorentino. La pista si inserisce tra la torre di controllo appena inaugurata ed il laghetto artificiale limitrofo all’attuale scalo. L’area terminale si sviluppa tra la pista e l’autostrada, partendo da quella esistente, con un’area più piccola sul lato opposto per l’aviazione generale e l’aero club in connessione col parco.
L’incrocio tra la pista ed il Fosso Reale viene risolto con la deviazione del canale ad aggirare il nuovo sedime aeroportuale, con una soluzione che ricorda un progetto dell’arch. Nustrini del 1964. Si eviterebbe così il rilevato necessario a sovrapassare il fosso, eliminando il maggiore problema tecnico del progetto nuova pista. Su entrambe le testate possono essere realizzate ampie fasce di sicurezza ed istallati impianti di atterraggio strumentale e sentieri luminosi completi. La pista rappresentata verrebbe realizzata per fasi iniziando da quella minima indispensabile per far operare senza penalizzazioni i jet regionali ed i velivoli classe A319 (1.900-2.000 metri utilizzabili).
La situazione ambientale ed urbanistica è quella che abbiamo già delineato più volte.
Le traiettorie di volo si allontanano dai centri abitati esistenti e dai nuovi insediamenti di Castello. La dismissione della porzione nord dell’attuale scalo consente di creare un unico parco tra Sesto e Firenze. Il mantenimento dell’area terminale nell’attuale posizione consente di collegare lo scalo al suo bacino d’utenza con il sistema di trasporto su ferro già esistente e previsto nell’area (tranvia per il centro di Firenze, ferrovia per la direttrice Prato-Pistoia).
Che dire di più? Che prima o poi dell’aeroporto di Firenze dovrebbe occuparsi anche chi Firenze la dovrebbe gestire dicendo un si o un no al futuro del Vespucci.
Perché è imbarazzante vedere il resto del mondo che si preoccupa del nostro scalo mentre qui imperversa il più totale disinteresse".