Il WWF Toscana presenta la sua proposta “Per una Nuova Strategia Regionale nella Gestione dei Rifiuti”.
La decisione della Regione Toscana di portare avanti, nel suo Patto Strategico Regionale, delle scelte che indicano la forte volontà di indirizzare risorse e tecnologie unicamente verso la parte impiantistica senza affrontare l’aspetto prioritario del problema, cioè una migliore gestione dell’intera filiera del rifiuto “a monte” degli impianti di trattamento e di smaltimento, ci trova fortemente contrari.
"Come WWF riteniamo prioritario che il sistema Toscano si orienti verso una gestione dei rifiuti urbani che consenta da un lato di sviluppare al meglio le esperienze virtuose maturate in Italia negli ultimi anni proprio nel miglioramento gestionale dei rifiuti e, dall’atro, che tale processo sia fortemente condiviso con la società civile attraverso scelte che coinvolgano le forze economiche, sociali e politiche.
Nella nostra Regione non è stata attuata alcuna seria e strategica politica di prevenzione dei rifiuti, nonostante i quantitativi prodotti siano aumentati del 40% in soli 10 anni, passando dai 475 kg/ab/anno del 1994 ai 667 kg/ab/anno del 2003.
Non solo! La Toscana nel 2003 ha mancato il raggiungimento dell’obbiettivo della percentuale di RD con solo il 32,01% e solo 2 ATO su 10 hanno superato il 35%!
Come WWF riteniamo che la prevenzione costituisca sempre il primo gradino in una scala di priorità che deve governare il corretto ciclo gestionale dei rifiuti, al fine di arrivare a completare e chiudere correttamente ed in maniera sostenibile tutto il ciclo di vita di un prodotto: con la riduzione degli imballaggi in ambito produttivo e con concrete misure di incentivi e disincentivi economici sia alle aziende che ai privati, per sensibilizzare ed aumentare la riduzione del rifiuto.
La volontà della Regione Toscana di limitare gli obiettivi di raccolta differenziata ad un modestissimo 40%, da raggiungere entro il 2010, appare fuori di ogni logica e seria programmazione.
E tutto questo per giustificare la strategia impiantistica dell’incenerimento dei rifiuti a cui saranno destinati oltre i due terzi di tutti gli investimenti! Una strategia fortemente sollecitata dal CISPEL toscana (che raggruppa la fed.
dei Gestori di impianti!) e che non a caso partecipa in prima persona alla stesura del Piano (con l’evidente anomalia che è l’unico soggetto non istituzionale a sedersi fianco della Regione!!).
Per sostenere questa scelta scriteriata la Regione Toscana ignora volutamente che in tantissime realtà italiane (del tutto simili a quelle toscane per tessuto economico, contesto sociale e tipologie merceologiche dei rifiuti) si è lavorato con il sistema innovativo del porta a porta o raccolta domiciliare, arrivando a quote dell’80% di raccolta differenziata e soprattutto con costi inferiori a quelli toscani!
Noi chiediamo che la Regione rinunci alla sua scelta inceneritorista in quanto è dimostrato che bruciare i rifiuti ha poco senso energeticamente, economicamente ed ambientalmente:
è uno spreco di energia, giacché con detta pratica si arriva a recuperare unicamente il potere calorifico, pari solo a ¼ dell’energia complessiva incorporata nel rifiuto ed il maggior recupero energetico lo si ottiene con il riutilizzo, seguito dal riciclaggio.
il rendimento degli inceneritori è decisamente scarso in confronto con quello delle tecnologie impiantistiche realmente progettate per la produzione di energia elettrica, nonché è una tecnologia estremamente costosa che riesce a restare sul mercato solo grazie a massicci finanziamenti ottenuti spacciando i rifiuti per fonti rinnovabili.
il recupero del calore, tramite rete di teleriscaldamento, dovrebbe vedere la realizzazione dell’impianto a breve distanza dagli edifici da teleriscaldare, pena l’aumento vertiginoso dei costi connessi alla coibentazione delle tubazioni che trasportano il vapore o, in alternativa, alle enormi perdite di efficienza.
1.
L’iter della procedura per l’approvazione del Patto strategico regionale deve salvaguardare il principio della partecipazione democratica, con il contributo di tutti i soggetti portatori di interesse; diversamente da come è stato invece operato finora, con il solo coinvolgimento della Regione e del CISPEL, nel ruolo di rappresentante degli interessi dei Gestori degli impianti. Chiediamo fortemente il pieno coinvolgimento del WWF e di tutti i soggetti portatori di interesse alla definizione del patto regionale: al contrario, un patto "imposto dall'alto" è destinato a rimanere sulla carta in quanto finisce certamente per essere osteggiato dalle comunità locali individuate come sede degli impianti e dai soggetti portatori di interessi diffusi non coinvolti per tempo nella sua definizione!
2.
Introduzione di nuovi obiettivi % di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio da porre per le singole Province ed ATO con una progressione che a partire dal 2006 (al 45%) arrivi nel 2010 al 65%.
3. Introdurre degli obiettivi di contenimento della produzione pro-capite di rifiuti con una progressione che a partire dal 2006 (600 kg/ab x anno) arrivi nel 2010 a 400 kg/ab x anno.
4. Apposizione di ecotassa maggiorata per i Comuni che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata e di riduzione;
5.
Integrale utilizzo dei proventi dell’ecotassa per finanziare interventi, non solo in conto capitale ma anche in spesa corrente, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di riduzione sia per enti pubblici che per privati, tra i quali:
interventi di raccolta differenziata porta a porta aventi per oggetto le due principali frazioni di rifiuto urbano (indifferenziato, umido), nonché il monomateriale per carta, plastica e vetro.
introduzione della tariffa con metodo puntuale.
realizzazione di strutture per la prevenzione dei rifiuti presso le piattaforme ecologiche (punti di ecoscambio)
realizzazione di uffici di consulenza per la riduzione dei rifiuti (solo per enti a livello provinciale o di ATO)
realizzazione di servizi telematici (es: mercatino dell’usato con inserzioni online, indicazioni di servizi di riparazioni, …) finalizzati alla prevenzione della produzione di rifiuti (solo per enti a livello provinciale o di ATO)
progetti per la diffusione dell’impiego di imballaggi e contenitori riutilizzabili
progetti per la diffusione della conoscenza e l’attuazione di esperienze concrete di Green Public Procurement e di acquisti eco-sostenibili".