L’autore, Luigi Di Stefano, ripercorre la sua personale esperienza, svoltasi nell’arco di quindici anni, nell’indagine giudiziaria sull’ “Affaire Ustica”, iniziata nell’ottobre del 1989 come collaboratore del cronista de “La Repubblica” che si occupava della vicenda, e continuata dal 1995 in poi come Perito di Parte Civile per conto dell’ex proprietario dell’ Itavia, la compagnia a cui apparteneva il DC9 precipitato la sera del 27 Giugno 1980.
La ricostruzione dei fatti, basata sempre su elementi tecnici oggettivi riscontrabili sul relitto dell’aereo e sui dati radar, ricompone con lentezza ma con convincente sicurezza il gigantesco puzzle che alla fine mostra il quadro d’insieme della vicenda.
E poiché la complessità della materia trattata è tale da necessitare di un supporto tecnico, difficilmente rappresentabile in un volume, l’autore ha pubblicato un sito web che ospita disegni, fotografie, animazioni, tabelle e link, attraverso i quali il lettore potrà approfondire e verificare quanto è stato riportato nel libro.
Gli elementi di novità, che derivano dalla attenta verifica degli elementi conosciuti e dalla progressiva conoscenza di quelli che rimanevano inspiegabili, conducono ad un quadro degli avvenimenti nuovo e completamente diverso da quanto ipotizzato finora.
La presenza di un velivolo sconosciuto che sorvola la Sardegna circa quaranta minuti prima del disastro, una operazione di intercettazione avviata sullo stesso e poi abortita, un velivolo aggressore che si nasconde ai radar italiani con una operazione di guerra elettronica, una serie di tracce radar con codici di emergenza inviate al comando di settore di Martinafranca e infine una traccia simulata che ricostruisce la tecnica di inganno messa in atto dall’aggressore, traccia prodotta ed inviata sui radar italiani dal radar della catena NATO-NADGE di Torrejon, in Spagna, sede di un gruppo da caccia dell’aereonautica USA.
Secondo l’autore questo quadro, che trova precisi riscontri sulla tipologia di danni rilevati sul relitto fin da 1995, in interrogazioni parlamentari fatte a cavallo della strage (fra il 1979 e l’82), nelle risposte date dalla NATO nel 1987, non è potuto emergere in sede di indagine perché nel periodo a cavallo fra la fine del 1989 e il 1990 una operazione di disinformazione eccezionalmente efficace, articolata sia sul settore mediatico che quello tecnico-giudiziaro, ha proposto uno scenario “sterilizzato”, che pur fornendo ai media un quadro credibile e alla magistratura una “prova obiettiva” (forse l’unica ritenuta tale di tutta l’indagine), era stato in realtà prodotto a tavolino da chi sapeva che non avrebbe portato a nessun risultato processuale in termini di conoscenza della verità.
L’autore, che ha già pubblicato un libro sull’argomento (F.
Scottoni, L. Di Stefano, “Ustica, quel maledetto missile”, Ed Atlantis 1990) con questo nuovo lavoro riesce a portare il lettore in una vicenda di incredibile complessità con una esposizione fruibile e argomentazioni concettualmente e praticamente comprensibili.
Luigi Di Stefano ( Roma, 1952) tecnico di pluriennale esperienza e professionista nel settore della gestione di impianti tecnologici e sicurezza industriale, negli anni 1994-95 è stato nominato consulente tecnico di parte civile nel processo sulla strage di Ustica e ha continuato ad occuparsi della vicenda e a seguirne gli sviluppi.