Il Ministero delle attività produttive, in collaborazione con l'ICE, ha introdotto due nuove linee di intervento mirate a favorire l'internazionalizzazione delle PMI e, in particolare, i loro investimenti all'estero mediante:
1. l'aggregazione delle imprese di piccole dimensioni per realizzare progetti di internazionalizzazione congiunti;
2. il trasferimento di «conoscenza» dalle Università alle PMI, per accrescere le loro capacità di agire sui mercati «da grandi» imprese.
E' previsto un finanziamento del 75% (entro l'importo massimo di Euro 150.000) delle spese relative all'effettuazione di studi di fattibilità finalizzati ad investimenti all'estero di raggruppamenti, filiere o distretti di imprese, ovvero, nella seconda ipotesi, studi di fattibilità per progetti congiunti fra università, parchi tecnoscientifici ed imprese.
Nella prima tipologia di intervento gli studi di fattibilità realizzati da raggruppamenti di imprese, loro filiere o distretti possono riguardare investimenti di natura promozionale, (show room) commerciale (centri servizi, assistenza, ecc.) o produttiva.
Nella seconda tipologia di intervento, gli studi di fattibilità devono essere finalizzati ad acquisire «conoscenza» e tecnologie mediante l'implementazione di brevetti, la creazione di joint-venture o di nuove imprese all'estero, l'ingegnerizzazione di prodotti, l'innovazione di processi, con università/parchi scientifici e/o imprese estere.
Per ammettere gli studi di fattibilità al cofinanziamento, il MAP e l'ICE, valutano gli aspetti sostanziali del progetto e la coerenza con l'obiettivo dell'investimento.
Gli interessati, successivamente, per la realizzazione dell'investimento, potranno rivolgersi alla SIMEST, che valuterà, secondo le proprie procedure, la possibilità di un intervento di sostegno finanziano.