Sabato 19 Marzo (Teatro della Pergola, ore 16), si conclude il ciclo - ideato da Francesco Dilaghi per gli Amici della Musica di Firenze – dedicato a Luigi Dallapiccola, figura di spicco del Novecento musicale ricordato nel trentennale della scomparsa. Un itinerario tracciato attraverso fondamentali pagine cameristiche di Dallapiccola messe in rapporto con quelle di altri autori, come Webern, Casella, Malipiero, a lui contemporanei o vicini per gusto musicale. Il programma mette in luce stavolta la relazione strettissima stabilita da Dallapiccola con il passato, che si rivela una sorta di contenitore ideale dove poter riversare un linguaggio musicale tutto moderno: un gusto che trova i suoi esempi nella Sonatina Canonica per pianoforte, ispirata da alcuni Capricci di Paganini, da Tartiniana II per violino e pianoforte, suggerita invece da Sonate di Tartini, ma che si esprime anche nella revisione di una Sonata per violoncello e pianoforte di Vivaldi e che si trova anche nei Due Ricercari sul nome Bach di Alfredo Casella, realizzando quelle che sono sorta di traduzioni del passato in chiave contemporanea.
Tutti italiani gli autorevoli musicisti, combinati in varie formazioni, che rendono il doveroso omaggio ad uno dei massimi autori italiani: Bruno Canino al pianoforte, il violinista Cristiano Rossi, il violoncellista Andrea Nannoni.
Bruno Canino, napoletano, ha studiato al Conservatorio di Milano, dove si è diplomato in pianoforte e in composizione e dove ha poi insegnato per 24 anni pianoforte principale. Svolge una intensissima attività concertistica sia come solista che con illustri artisti quali Uto Ughi, Salvatore Accardo, Lynn Harrell, Itzhak Perlman, Viktoria Mullova.
Suona da oltre 40 anni in duo pianistico con Antonio Ballista e fa parte fin dalla fondazione del Trio di Milano. Si è molto dedicato alla musica contemporanea, collaborando con i maggiori compositori e presentando spesso opere in prima esecuzione. Ha partecipato ai più importanti festival internazionali ed è stato ospite delle maggiori istituzioni concertistiche in Europa, Stati Uniti, Giappone, Australia e Cina. Numerose le sue incisioni discografiche: fra le più recenti figurano le “Variazioni Goldberg” di Bach, l’integrale pianistica di Casella e quella di Debussy.
Tiene un corso di perfezionamento per pianoforte e musica da camera al Conservatorio di Berna ed è docente abituale di masterclass, anche per gli Amici della Musica di Firenze.
Il violinista Cristiano Rossi proviene dalla scuola di Sandro Materassi (partner cameristico storico di Dallapiccola) e fin da giovanissimo è stato impegnato in un’importante attività concertistica. Protagonista di numerosi recital ed importanti concerti in tutte le città italiane e presente nei maggiori festival internazionali, ha realizzato registrazioni che spaziano da Vivaldi a Busoni.
Ha suonato per l’UNICEF, per il bicentenario degli Stati Uniti alla Casa Bianca, a Castelgandolfo alla presenza di Giovanni Paolo II e in numerose altre occasioni celebrative. Docente di violino al Conservatorio “Cherubini” di Firenze per oltre vent’anni, Rossi si dedica oggi ai corsi di perfezionamento per giovani concertisti all’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola e in diverse altre prestigiose accademie.
Il violoncellista Andrea Nannoni, allievo di Pietro Grossi al “Cherubini” di Firenze (dove attualmente insegna) e specializzatosi con André Navarra alla Chigiana di Siena (dove collabora come maestro assistente e co-docente), è stato ospite delle più importanti orchestre italiane e partner cameristico al fianco di Uto Ughi, Maria Tipo, Michele Campanella, Piero Farulli.
Nannoni ha fatto inoltre parte del Trio di Fiesole e del Nuovo Quartetto, con i quali ha svolto un’intensa attività concertistica per le maggiori istituzioni musicali d’Europa. Ha ricevuto il Premio Nazionale “David di Michelangelo” (1980), per particolari benemerenza acquisite nell’ambito del concertismo internazionale. L’ampia discografia di Nannoni include anche un cd con tutte le musiche di Martucci per violoncello e pianoforte (con Giovanna Prestia), a testimonianza della sua attenzione ammirevole per gli autori meno frequentati, specie di area italiana.
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È uno dei più grandi pianisti del panorama internazionale e ritorna a Firenze dopo sette anni dal suo ultimo recital.
Si annuncia dunque all’insegna dell’evento il ritorno del pianista rumeno Radu Lupu, presenza posta ad autorevole suggello dell’ampia e prestigiosa rassegna di pianisti presentata in questa stagione dagli Amici della Musica di Firenze: l’appuntamento, irrinunciabile per tutti gli appassionati, è per Domenica 20 Marzo, al Teatro della Pergola, ore 21 (concerto fuori abbonamento). Lupu si presenta oltretutto con un programma imponente e concepito per capolavori della letteratura pianistica, e davvero degno di una personalità poliedrica come la sua: tramite Beethoven, le Trentadue Variazioni WoO 80 e la Sonata op.
101, e Schubert, la Sonata D 960 scritta nell’anno della morte, si delinea un percorso cronologico attraverso le maggiori conquiste stilistiche ed espressive del pianoforte nell’Ottocento, non senza tuttavia alludere ai loro risvolti novecenteschi, rappresentati dalla Sonata op. 1 di Berg. Ancora disponibili i biglietti presso i punti vendita autorizzati: Teatro della Pergola, Circuito Box Office, Amici della Musica di Firenze.
Con questo attesissimo concerto, Radu Lupu rinnova così la sua quasi ventennale frequentazione con gli Amici della Musica di Firenze: molti ricorderanno la sua prima apparizione nel 1987, come solista nel Concerto K.
466 di Mozart, e da allora la presenza di Lupu al Teatro della Pergola è diventata pressoché costante. Radu Lupu è stato un vero e proprio enfant prodige: i primi studi di pianoforte a sei anni, nella nativa Romania, il debutto come pianista a dodici, con un programma di musiche da lui stesso composte; e poi le vittorie consecutive nei concorsi “Van Cliburn” ed “Enescu International”, nonché il primo premio all’importante Concorso di Leeds. Da allora ha iniziato una brillante carriera internazionale, suonando abitualmente nelle più prestigiose sale da concerto, con le maggiori orchestre ed i più illustri direttori: con Karajan, per il debutto a Salisburgo, Muti, Barenboim, Giulini.
Altro riconoscimento di rilievo è stato quello del Premio “Abbiati” (1989), conferitogli dall’Associazione Critici Musicali Italiani. Di spicco è anche l’attività discografica di Lupu, che annovera diverse e preziose testimonianze interpretative spesso salutate con ammirazione dalla critica.