Una sedia e una lampadina, tutto il resto è Cioni.
Benvenuti sceglie il cantante Bobo Rondelli per riproporre lo storico monologo di Benigni.
Sfigato, maschilista, sottoproletario, ma soprattutto arrabbiato, schietto e brutale. Torna, dopo trent´anni, "Cioni Mario di Gaspare fu Giulia" il monologo teatrale che interpretò un giovanissimo Roberto Benigni, facendolo conoscere al grande pubblico. Da quello stesso monologo teatrale qualche anno dopo, Giuseppe Bertolucci ne trasse il film "Berlinguer ti voglio bene", protagonista lo stesso Benigni.
A dar voce al dirompente personaggio in questa nuova versione teatrale, prodotta da Armunia Festival e Benvenuti s.r.l., il cantautore Bobo Rondelli, alla sua prima prova in teatro, diretto da un altro toscano doc Alessandro Benvenuti. Lo incontriamo a Castiglioncello, dove lo spettacolo ha debuttato in luglio, "Perché la scelta di Bobo Rondelli, per rifare il Cioni Mario?". "La prima volta che ho visto Bobo in concerto ho pensato che fosse un ibrido tra Paolo Conte e Charlie Chaplin. Un binomio di spontaneità graffiante e di una sensualità sanguigna che durante lo spettacolo si sarebbero espresse al meglio." Se è vero che la lingua livornese è indigesta e più brutale del pratese in Cioni Mario, Bobo Rondelli mantiene "il sarcasmo delle sue canzoni e un retrogusto dostoevskijano".
L´autenticità del Cioni, come ribadisce Benvenuti, è il valore che si dovrebbe sempre tener presente, soprattutto in questi tempi in cui l´unica cosa essenziale sembra essere l´apparenza. "E´ uno degli spettacoli che più mi hanno influenzato. C´era dentro una grandezza assoluta, così disperata e disperante che mi chiesi anch´io se ne avevo una simile. Così tirai fuori la storia della mia famiglia e scrissi Benvenuti in casa Gori, che fu la mia risposta a quello spettacolo. Parlare con Bobo Rondelli, cantante livornese degli Ottavo Padiglione, è rinfrescarsi la mente con una sferzata di ingenuità domestica, affabile e ancora sorretta da alti ideali".
E per Bobo Rondelli come è stato lavorare con Benvenuti? "Si è creato subito un grande affiatamento, anche grazie alla preziosa collaborazione di Gianni Clemente che ha seguito passo per passo la preparazione dello spettacolo. Benvenuti ha voluto che come Benigni tenessi le mani in tasca per tutta la durata del monologo, in questo modo ha cercato di mantenere la gestualità minima che caratterizzò Benigni. Tuttavia in questo Cioni cambiano i tempi, cambiano quindi i personaggi: al posto di Almirante c´è....il cavaliere, un innominato che a tratti appare nel monologo.
Purtroppo non c´è un degno successore di Berlinguer, l´amarezza di non avere un grande sacerdote laico è ciò che resta dopo la visione di "Cioni Mario di Gaspare fu Giulia"".
Posto unico numerato: € 15,00 (esclusi diritti di prevendita).