PRATO - La mimosa non la vogliono più perché troppo “scontata”. Al suo posto, preferiscono un fascio di spighe di grano, per ricordare la battaglia delle trecciaiole contro la concorrenza cinese nel 1896. È un richiamo preciso al passato, ma con lo sguardo proteso al presente, la proposta di Confartigianato Donne Impresa di Prato per l’8 marzo.
Lunedì 7 marzo, una rappresentanza del comitato guidato dalla presidente Maria Rosaria Milazzo, compierà il gesto simbolico di “donare” una spiga di grano al sindaco di Prato, Marco Romagnoli.
Successivamente farà tappa in Provincia, dove sarà ricevuta dal presidente Massimo Logli e alla fine della mattinata incontrerà il prefetto Giuseppe Badalamenti. “Abbiamo accolto il suggerimento della federazione regionale – spiega la Milazzo - perché il simbolo della spiga di grano, associato a un momento storico particolare, vale a dire la tenacia di un gruppo di donne operaie e artigiane che hanno lottato per difendere il proprio lavoro, ci sembra appropriato (il grano è un emblema della prosperità) per dimostrare la nostra volontà di difendere le conquiste del distretto tessile sconfiggendo, ora come allora, la concorrenza sleale”.
Correva la fine dell’Ottocento quando un gruppo di contadine e piccole artigiane delle Signe, messe in crisi dalle tariffe bassissime dovute all’importazione di trecce di paglia dalla Cina, boicottarono la lavorazione delle trecce: una battaglia dura per difendere un’economia di tipo artigianale, che lentamente fu vinta grazie al blocco delle importazioni e all’aumento delle tariffe.
“L’esperienza delle trecciaiole – prosegue la Milazzo - insegna quanto sia importante difendere i valori del nostro lavoro.
Il fatto che le protagoniste di questa battaglia siano state delle donne, inoltre, la dice lunga su quanto conta il ruolo della donna che lavora nella nostra società, la sua forza e la sua tenacia”.
Ma l’8 marzo sarà anche la giornata delle donne che non riescono a trovare un lavoro. Donne più “sfortunate”, che rappresentano l’altra faccia della crisi economica. “La festa - conclude la Milazzo - sarà un’occasione per sottoporre ai rappresentanti delle istituzioni il problema della disoccupazione, di quella femminile in particolare”.