PRATO – Nell’ultimo trimestre del 2004, il distretto ha perso 136 unità con un tasso di variazione del -25% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. “Sono notizie allarmanti – fa osservare il presidente di Confartigianato Prato, Giovanni Nenciarini nel commentare il rapporto statistico pubblicato da Unioncamere Toscana sulla natimortalità delle aziende – in controtendenza a quanto avviene nelle altre province toscane dove la voglia di impresa appare invece in crescita. Evidentemente a Prato la locomotiva tessile continua a essere determinante per stabilire la crescita del sistema imprenditoriale e dell’economia locale”.
Una crescita che, negli ultimi tre mesi del 2004, si è assestata intorno al +0,21%, un dato trascurabile rispetto alle performance più brillanti di Arezzo (+ 0, 47%) e Pisa (+0, 45%).
“Questi numeri – fa notare Nenciarini- non fanno altro che confermare il carattere strutturale della crisi che ormai investe il comparto tessile e la dicono lunga sulle priorità su cui intervenire”.
E immediatamente il pensiero torna ai tavoli d’incontro (regionale e nazionale) ai quali Confartigianato Prato si è seduta nei giorni scorsi in occasione del Textil day. “L’impressione – prosegue il presidente di Confartigianato Prato - è che, alla luce degli appelli dei giorni scorsi, stia emergendo una sensibilità nuova rispetto alle politiche a tutela del tessile.
È chiaro che le istituzioni, locali e nazionali (ma anche europee) non possono più restare indifferenti al graduale sfacelo del settore trainante della nostra economia. Non solo: di fronte al moltiplicarsi del numero dei fallimenti, la posta in gioco diventa ancora più alta perché la crisi può avere ricadute fatali non solo sull’impresa, ma anche sui lavoratori”.
Dall’indagine di Unioncamere emerge il buon andamento del settore costruzioni, che a Prato passa 4195 del primo trimestre del 2004 alle 4364 unità negli ultimi tre mesi dell’anno scorso.
“Ma gli investimenti nel mattone come risposta alla crisi perdurante negli altri comparti produttivi non possono essere una soluzione a lungo termine. È anche per questo che non dobbiamo abbandonare il tessile: ci sono tutte le ragioni per mantenere questo settore in piedi a Prato”, conclude Nenciarini.