I primi apriranno con ogni probabilità entro metà aprile, la maggior parte entro la fine dello stesso mese. Assomiglieranno a degli internet point, pubblici e gratuiti però. Ci saranno infatti computer e si potrà navigare senza pagare. A patto di rispettare delle regole, naturalmente Saranno gestiti da associazioni di volontari, scelte dai Comuni. E ci sarà un operatore a disposizione per spiegare le tante opportunità della rete, i servizi della pubblica amministrazione o le informazioni già reperibili on line.
Internet-point di ‘pubblico servizio’, questi saranno i Paas: punti assistiti di accesso ad internet e ai servizi della rete, che la Regione ha deciso di finanziare con 5 milioni e 685 mila euro, a cui i Comuni ne dovranno aggiungere 3 milioni e 979 mila. Altri 414 mila euro saranno trasferiti alle Province per il supporto e la formazione, oltre ad un milione di euro disponibili per finanziare al 50 per cento ulteriori iniziative per avvicinare cittadini e famiglie all’e-government. In tutta la Toscana saranno creati 379 Paas, se tutti i Comuni aderiranno.
Maggiore è la popolazione, più numerosi saranno: 25 a Firenze, 12 a Prato, 11 a Livorno, 6 a Lucca, a Pisa, a Pistoia e ad Arezzo, 5 a Grosseto, a Massa e a Carrara, 4 a Siena. Tutti i comuni fino a 20 mila abitanti ne avranno comunque almeno uno. Chi gestirà i Paas? Saranno le associazioni già presenti sul territorio a gestire i punti assistiti di accesso ad internet, d’accordo e su indicazione dei Comuni: circoli diffusi sul territorio, pubbliche assistenze e misercordia, tante associazioni di anziani che già si sono fatte avanti.
I Paas, ‘internet point di pubblico servizio’, potranno essere aperti laddove le associazioni già operano, in spazi quindi già frequentati, oppure in sedi diverse da individuare. Potranno diventare anche luoghi di aggregazione. Le Province avranno un ruolo di supporto, impulso e coordinamento. Lo scorso dicembre la Regione ha firmato un protocollo d’intesa con le associazioni di volontariato, riguardo i Paas, che ha coinvolto il Cesvot, che sarà capofila, ma anche Cnc, Ctc, Forum del terzo settore ed associazioni ambientaliste.
Cosa un utente troverà nei Paas? Ogni punto avrà almeno due postazioni di lavoro. Diversi ne avranno probabilmente di più e qualcuno anche la possibilità di navigare utilizzando un portatile e la connessione WiFi senza fili, attraverso le onde radio. La connessione richiesta dovrà essere almeno Adsl, in modo da accedere senza problemi alla web-tv e scaricare velocemente documenti molto pesanti, che sempre più diffusi sono in rete. Non in tutti i comuni toscani l’Adsl è però disponibili.
In quei casi saranno accettate, da parte della Regione, anche tecnologie diverse e connessioni dunque più lente. In ogni Paas ci sarà anche un operatore per guidare l’utente alla scoperta della rete e dei servizi on-line della pubblica amministrazione. Quanto costeranno i Paas? Per ogni punto di accesso la Regione Toscana mette a disposizione 15 mila euro: ogni Comune, o le singole associazioni, ne dovranno aggiungere 10.500. A fronte del contributo, la navigazione dovrà essere completamente gratuita.
E gratuita anche la consulenza, per chi la richiederà, dell’operatore presente. Orari di apertura: Dovranno essere concordati tra Comune ed associazione che gestirà il punto. In ogni caso il Paas dovrà rimanere aperto almeno 12 ore la settimana e per almeno tre giorni: minimo due ore per ogni turno di apertura, almeno una volta anche il sabato o la domenica, e per almeno sei ore la settimana tra le 18 e le 22. Dove sorgeranno i 379 Paas? In Toscana ci sono 287 comuni. Complessivamente sono previsti ad oggi 379 Paas.
Salvo i comuni che ancora non hanno formalizzato l’adesione alla rete telematica regionale - ventiquattro a metà dicembre, diciannove a metà gennaio - in tutti i comuni con più di 20 mila abitanti sarà creato almeno un Paas. Trentotto comuni, sulla base della popolazione, ne avranno invece più di uno, uno ogni 15 mila abitanti oltre i 20 mila: 25 dunque a Firenze, 12 a Prato, 11 a Livorno, 6 a Lucca, a Pisa, a Pistoia e ad Arezzo, 5 a Grosseto, a Massa e a Carrara, 4 a Siena, Viareggio e Scandicci, 3 a Sesto Fiorentino, Empoli, Cascina, Capannori e Campi Bisenzio, 2 a Bagno a Ripoli, Camaiore, Cecina, Colle Val d’Elsa, Cortona, Follonica, Fucecchio, Massarosa, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Montevarchi, Pietrasanta, Piombino, Poggibonsi, Pontassieve, Pontedera, Quarrata, Rosignano Marittimo, San Giuliano Terme e San Miniato.
Le prossime scadenze: Entro il 1 marzo i comuni dovranno stipulare la convenzione di adesione al progetto, con la quale si impegnano ad attivare i Paas. I comuni affideranno la gestione dei Paas ad associazioni di volontari presenti sul territorio. La risorse toscane per l’e-government: Dal 2003 al 2007 la Regione ha deciso di investire sulla rete e sul cosiddetto ‘governo elettronico’ 37 milioni di euro. Con le risorse non solo regionali l’investimento complessivo per e-Toscana, il progetto di e- government toscano, sale a 110 milioni di euro.
Ad oggi ci sono 50.000 computer costantemente collegati tra loro in Toscana: sono quelli della Rete telematica regionale che associa più di 500 enti. I cittadini devono scoprirla ed imparare ad usarla.