Lo spettacolo racconta la storia di una levatrice fiorentina che si ritrova ad operare nei giorni freddi terribili dell’inverno del ’43 nella città in lotta tra partigiani e nazi-fascisti. Con poco coraggio e tanta paura si muove per le strade a portare il suo antico e provvidenziale mestiere: far nascere nuove vite, tra gli spari della guerra e la morte sempre in agguato. La sua forza è tutta raccolta nel suo sorriso e nella sua trascinante allegria nutrita da un’autentica passione popolare per la “Commedia” dantesca, che sfodera per alleggerire il carico d’attesa delle sue madri in gestazione.
In sella alla sua bicicletta corre da una parte all’altra, con il pensiero sempre rivolto ai suoi adorati figli, al marito prigioniero in Grecia, entrando nelle case di famiglie segnate dalla miseria o nei palazzi dei signori tra le morbide ombre della ricchezza e dei privilegi.
Mentre per le strade cresce la cultura del sospetto e del terrore, nella sua casa abitano ancora solidarietà e amicizia. Ma nonostante i suoi sforzi la realtà spietata e folle busserà anche alla sua porta.
Nicola Zavagli racconta la storia di una famiglia ispirata alle biografie di tante donne legate alla Resistenze fiorentina,donne che hanno combattuto a modo loro la violenza e il male. Il testo disegna alla fine un quadro sincero ed emozionante delle vicende che hanno portato l’11 agosto del ’44 alla liberazione di Firenze.