Sabato 12 Febbraio (ore 22.00 - Circolo Vie Nuove - viale Giannotti, 13, Firenze) è in arrivo al Pinocchio un'altro appuntamento tra i più attesi della stagione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2005 16:49
Sabato 12 Febbraio (ore 22.00 - Circolo Vie Nuove - viale Giannotti, 13, Firenze) è in arrivo al Pinocchio un'altro appuntamento tra i più attesi della stagione

Kenny Werner è da molti anni uno dei più interessanti e particolari pianisti della scena internazionale. Attivo dalla seconda metà degli anni 70, ha collaborato tra gli altri con Charles Mingus, Thad Jones, Bob Brookmeyer, Ron Carter, Joe Hendersone e Toots Thielemans impressionando per disciplina e genialità nel suo approccio alla tastiera. Il trio è la formazione su cui Werner ha focalizzato la propria ricerca nel corso di una ormai lunga carriera come leader che lo ha visto inoltre alla guida di bands comprendenti figure come Paul Motian, Jack DeJohnette, Eddie Gomez, Dave Holland, Charlie Haden e Billy Hart.

La partnership con Johannes Weidenmueller e Ari Hoenig è attiva da diversi anni ed è considerata dallo stesso Werner la formazione in cui ha stabilito il livello più alto di interazione espressiva, come dimostrano le loro ultime splendide fatiche discografiche "Beat Degeneration" e "Peace", pubblicata nel 2004. Kenny Werner, le cui influenze pianistiche possono essere riconducibili a Bill Evans e Keith Jarrett, oltre a essere un vero virtuoso del suo strumento e più in generale un musicista profondamente radicato nel Jazz e nella sua storia dallo stride piano alla big band, visto che è stato anche compositore e arrangiatore di molti lavori per grande orchestra, è senz’altro uno dei musicisti più dotati di senso della narratività, e in particolare dell’abilità di individuare nel corso delle proprie esibizioni percorsi musicali inaspettati, partendo da spunti che vengono colti e sviluppati dal trio con un grande senso di consapevolezza e gusto dell’avventura musicale senza perdere mai di vista il disegno complessivo della forma, dando vita a una creazione collettiva particolarmente affascinante.

Ciò è reso possibile dagli straordinari mezzi tecnici dei tre musicisti, e in particolare dalla visione a 360° del Jazz di Kenny Werner, uno di quei musicisti per cui gli stili non diventano mai degli stilemi, ma eventualmente degli elementi attraverso i quali esprimere con originalità la propria personale esperienza creativa.

ore 22.00 - Ingresso 10,00 €


Kenny Werner, nato a Brooklyn nel 1951, nel ‘70 si iscrive al Berklee School of Music. Nel ’77 registra con Charles Mingus in "Something Like A Bird".

Nei primi anni ’80 compie tournée e incide con Archie Shepp. Nel 1984 entra nella Mel Lewis Orchestra, in seguito Vanguard Jazz Orchestra, per cui arrangia e compone diversi brani. In seguito ha scritto arrangiamenti per la Cologne Radio Jazz Orchestra (WDR), la Danish Radio Jazz Orchestra, la Metropole Orchestra (Holland) e la Umo Jazz Orchestra (Finland). Nel 1981 forma il suo primo trio con Ratzo Harris al basso e Tom Rainey alla batteria, con cui ha suonato 14 anni. Dal 1971 collabora con Joe Lovano.

Dalla metà degli anni ’90 ad oggi ha principalmente suonato in duo con Toots Thielemans o col proprio trio attuale con Ari Hoenig alla batteria e Johannes Weidenmueller al basso. Ha collaborato con Lee Konitz, Stan Getz e Dizzy Gillespie, Joe Henderson, Dave Liebman, Chico Freeman, Jim Pepper, Bob Brookmeyer, Tom Harrell, Kenny Wheeler, Dave Douglas, Tim Hagans, Mark Feldman, Bobby Hutcherson, Ron Carter, Eddie Gomez, Dave Holland, Charlie Haden, Marc Johnson, Ray Drummond, Rufus Reid, Mel Lewis, Jack DeJohnette, Billy Hart, Ed Blackwell, Paul Motian, Peter Erskine, Elvin Jones, Steve Gadd, Joey Baron, Roseanna Vitro, Marian McPartland, Gunther Schuller.


Johannes Weidenmueller è uno dei più richiesti contrabbassisti della nuova scena USA.

Da diversi anni è componente stabile del trio di Kenny Werner insieme al batterista Ari Hoenig, insieme al quale ha messo a punto una concezione innovativa della funzione della sezione ritmica, basata sull’uso in contemporanea di differenti poliritmi e metriche da parte di ognuno dei musicisti. Oltre a questa collaborazione ormai storica Johannes Weidenmueller ha inoltre collaborato con numerosi jazzisti statunitensi e europei tra cui si segnalano: Franck Amsallem, John Bailey, Ray Barretto, Gary Bartz, Stéphane Belmondo, John Betsch, Joe Chambers, Vince Cherico, Claudine François, Ian Froman, John Hart, Jeff Hirshfield, Ari Hoenig, Mike Holober, Adam Kolker, Jonathan Kreisberg, Sébastien De Krom, Julien Lourau, Rick Margitza, John Di Martino, Pete McGuinness, Marc Miralta, John O'Gallagher, Dré Pallemaerts, Luis Perdomo, Dave Pietro, Jean-Michel Pilc, Anthony Pinciotti, Tim Ries, Jacques Schwartz-Bart, Brad Shepik, Judi Silvano, Satoshi Takeishi, François Theberge, Myron Walden.



Ari Hoenig - Nato nel 1973 a Filadelfia in una famiglia di musicisti, Ari si accosta alla musica col violino e il piano, per passare alla batteria all’età di 12 anni.

Durante il liceo si esibisce nei jazz clubs di Filadelfia, successivamente frequenta per 3 anni la University of North Texas, dove studia con Ed Soph e registra con la "One O’Clock" jazz band. Il desiderio di avvicinarsi a New York lo spinge a trasferirsi al William Patterson College nel New Jersey, ove ha modo di suonare con l’organista Shirley Scott, e inizia a lavorare a New York. Da sei anni Ari fa parte stabilmente del trio di Jean-Michel Pilc e del trio di Kenny Werner. Ha inoltre suonato con Joe Lovano, Gerry Mulligan, Dave Holland e ha collaborato coi gruppi di Pat Martino, Joshua Redman, Wayne Krantz, Richard Bona, Seamus Blake, Mike Stern, The Jazz Mandolin Project, Dave Kikoski e Sam Yahel.

Ari Hoenig è anche compositore, arrangiatore, and pianista, e le sue composizioni fanno parte del repertorio di Werner, Pilc, The Jazz Mandolin Project e Julien Lourau, nonché del proprio quartetto, che vede Jacques Schwartz-Bart al sax tenore, Jean Michel Pilc al piano e Matt Penman al basso, tutti e tre leader di propri gruppi e coi quali Ari condivide da lungo tempo amicizia e collaborazione musicale. Il 2004 vede l’uscita del primo disco del suo quartetto, "The Painter", per l’etichetta "Smalls".

Oltre ad esibirsi regulararmente a New York al Fat Cat e al 55 Bar, Ari è stato col suo quartetto a Chicago, Washington DC, Filadelfia e Parigi, ottenendo ovunque consensi di pubblico e critica. Ari Hoenig ha preso parte a oltre 50 incisioni, e a numerose trasmissioni in radio e televisione. Insegna alla New School e alla Manhattan School of Music, entrambe a New York, ed effettua seminari in tutto il mondo. Ha scritto un libro sulle modulazioni metriche insieme al bassista Johannes Weidenmueller, insieme col quale presenta dei laboratori sull’argomento.

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