Non passa in commissione Agricoltura la legge proposta da una parte del centro-sinistra che intende modificare l’attuale normativa regionale in materia di caccia. Dopo il voto contrario del presidente Fabio Roggiolani e l’astensione di Lorenzo Zirri (FI), il provvedimento arriverà in aula con il parere negativo della commissione. Hanno, invece, votato a favore Ilio Pasqui (Ds) e Gianluca Parrini (La margherita). Al centro del dibattito il fatto che la proposta di legge modifica le restrizioni alla caccia imposte dalla normativa nazionale, affermando che “l’esercizio venatorio può essere esercitato nell’insieme di tutte le forme di caccia consentite, compreso l’appostamento fisso della caccia agli ungolati”.
Questa estensione entrerebbe in conflitto con la competenza in materia di ecosistema, che spetta esclusivamente allo Stato. “La proposta di legge è in contrasto con la normativa nazionale che è molto chiara a proposito – ha detto Roggiolani – Inoltre rappresenta un attacco frontale ai parchi della Toscana che si troverebbero a dover risarcire gli agricoltori per i danni causati dalla selvaggina nei confini fra le aree protette e quelle di caccia”. “Siamo da sempre favorevoli all’abolizione di ‘gabbie venatorie’ ma in questo caso la proposta di legge contrasta con uno dei capisaldi della normativa nazionale – ha detto Zirri – Siamo d’accordo con la gestione a livello regionale della caccia ma questo non deve tradursi in violazioni di quanto stabilito dal Parlamento”.
Sulla caccia al fringuello il WWF, insieme alla LAV, era intervenuto con un ricorso al TAR, che aveva sospeso la delibera per illegittimità, ma il Consiglio Regionale ha riapprovato la caccia al fringuello con legge apposita, calpestando il pronunciamento del TAR. WWF e LAV hanno per questo presentato anche un esposto alla Procura e continueranno ad opporsi a questo tipo di caccia fino alla Corte Europea. La sentenza definitiva del TAR sulla questione è attesa per aprile.
‘Gli uccelli migratori – afferma Guido Scoccianti, Presidente del WWF Toscana - sono oggi sempre più in progressiva rarefazione e sono le specie più sensibili all’impatto del prelievo venatorio.
E’ assurdo che nel corso delle migliaia di chilometri del loro lungo viaggio migratorio, durante il quale devono superare mille difficoltà, questi uccelli debbano oggi anche incontrare sul nostro territorio un terribile sbarramento di spari’.
Si tratta di una vera e propria ‘linea di fuoco’: si pensi che in Toscana (dati raccolti dalle Province) vi sono oltre 11.000 appostamenti fissi di caccia, cioè micidiali postazioni di fuoco e di agguato per questi uccelli.
E questo non basta: ad aumentare l’impatto di questi appostamenti, sta il fatto che i cacciatori utilizzano uccelli in gabbia come richiami vivi per attirare gli uccelli in migrazione.
Anche qui i numeri sono terribili: in Toscana vi sono oltre 150.000 uccelli provenienti da cattura utilizzati come richiami vivi autorizzati (a cui si aggiungono quelli provenienti da allevamento).
‘E a questo numero – continua Guido Scoccianti - deve essere aggiunto quello dei richiami detenuti illecitamente, numero che è sempre stato alto e che oggi lo è sicuramente molto di più dopo che la Regione ha voluto togliere l’obbligo di inanellamento di questi uccelli, rendendo impossibile qualsiasi controllo’.
E c’è anche chi vuole peggiorare la situazione.
E’ in questi giorni infatti in discussione una proposta di legge in Regione (i cui firmatari sono Cocchi, Ghelli, Ciucchi, Parrini, Pasqui, Bussolotti, Lippi, Starnini, Valentini) che aprirebbe a tutti i cacciatori il libero uso degli appostamenti fissi, mentre fino ad oggi questo era limitato a chi facesse specifica scelta di tipologia di caccia (oltre a prevedere altri aspetti negativi, in particolare a carico delle aree protette da sempre nel mirino dei cacciatori e di chi li sostiene).
Il WWF fa un appello perché la Regione Toscana si opponga a queste modifiche sia a livello regionale che nazionale e perché si dia veramente inizio a politiche di reale tutela della fauna selvatica in genere e dell’avifauna migratoria in particolare, il cui futuro è oggi gravemente a rischio.