La Regione Toscana, con un atto dello scorso 5 gennaio, ha prorogato di ulteriori sei mesi, fino alla fine di giugno prossimo, i termini per l'entrata in vigore dei limiti massimi previsti dal decreto legislativo 31/2001 che, a partire dal 25 dicembre 2003, abbassava le quantità conentite di arsenico, boro e clorito, sostanze tossiche e cancerogene presenti nell'acqua potabile. Al provvedimento di deroga, che individua in 30 microgrammi per litro il limite di arsenico consentito, sono interessate 8 Asl su 12 e 4 ATO su 6.
“La legge in vigore fino alla fine del 2003 stabiliva il limite massimo di arsenico in 50 microgrammi per litro (1 microgrammo = 1 millesimo di milligrammo) – spiega Cristina Buriani, direttore sanitario Asl 9 di Grosseto– mentre il nuovo decreto ha abbassato tale limite a 10 microgrammi, in armonia con le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità alle quali si stanno adeguando le legislazioni di tutti gli stati del mondo”. L'atto di deroga della Regione Toscana ha lo scopo di consentire agli enti competenti di avere il tempo di mettere in atto tutte le iniziative necessarie perché i valori rientrino nei parametri previsti in tutte le zone, anche in quelle nelle quali fino ad oggi i valori riscontrati erano risultati superiori ai limiti stessi.
“La Asl ha dei compiti di controllo su tutti i punti di approvvigionamento – precisa Maurizio Spagnesi, responsabile igiene pubblica Asl 9 – dalle sorgenti ai pozzi, fino ai rubinetti pubblici e a tutta l'utenza finale, mentre le analisi delle acque sono di competenza dell'Arpat”. Il fatto è che sul territorio provinciale i limiti non vengono superati, tranne qualche eccezione. “La concentrazione di arsenico, secondo i prelievi fatti nei vari punti di controllo dell'acquedotto – puntualizza Spagnesi – è intorno agli 8-9 microgrammi per litro.
Solo in alcuni punti, tutti all'interno della zona delle Colline Metallifere, il limite viene superato”. Le zone interessate al superamento dei limiti di arsenico sono le seguenti: la zona industriale di Follonica, una parte del comune di Gavorrano, una parte di Montieri ed una parte di Monterotondo, che fanno registrare valori di arsenico che a volte arrivano fino a 20 microgrammi per litro. “Voglio ribadire che in quasi tutti i comuni della provincia il limite di 10 non viene superato – dice ancora il responsabile dell'igiene pubblica – si tratta solo di poche zone circoscritte all'interno di alcuni comuni, e le deroghe sono legate ad un piano di interventi predisposto dagli enti competenti.
Il Dipartimento di Prevenzione auspica fra breve che non ci sia più bisongo di deroghe e che tutte le acque della provincia rientrino nel limite dei 10 microgrammi”. Nella sostanza, l'Ato 6 e l'Acquedotto del Fiora sono tenuti a realizzare un piano di interventi sulla quantità di arsenico presente nell'acqua potabile, interventi che dovranno avere due obiettivi distinti: nelle zone interessate dal superamento dei limiti di legge, lo scopo sarà di rientrare nei parametri previsti, mentre nelle altre zone la finalità degli interventi sarà di evitare che i limiti vengano superati.