di Francesco Mencaraglia *
Sulla stampa locale di oggi ha grande spazio la protesta dei dipendenti dei magazzini Coop.
Sembrerebbe quasi un fulmine a ciel sereno; in fin dei conti la Coop sei tu, in occasione del 150mo anniversario della Coop è uscito un libro su come la Coop ha contribuito a far nascere l'idea di consumo critico ...
Eppure già da tempo i segnali erano chiari: nei punti di grande distribuzione aumentano i lavoratori precari o molto più semplicemente lavoratori non dipendenti da coop ma da fornitori della coop.
Il sistema cooperativo (forse sarà inevitabile, ma è bene chiarirselo) si muove nella direzione di una maggiore integrazione col sistema bancario (Unipol, Monte dei Paschi). Nulla di male per carità, ma grattate di testa sono lecite quando si scopre che in questo settore il sistema cooperativo si muove in sinergia (penso alle cordate per il controllo della banca nazionale del lavoro) con Gnutti (esponente, guarda chi si rivedede, degli industriali bresciani).
Sulla questione avevamo già attirato l'attenzione il 20 ed il 29 dicembre.
Se non ricordo male anche il PdCI di sesto fiorenrtino si era mosso sollecitando (inutilmente, sempre se non ricordo male) una iniziativa della amministrazione locale. Nulla invece si è mosso. La Coop, nata 150 anni or sono per sostenere le dure lotte dei lavoratori (erano i tempi dei bava beccaris per dirne uno) adesso si trova stretta tra l'incudine della sua origine storica ed il martello di una acritica accettazione del libero mercato. Una grande funzione potrebbero averla adesso i soci Coop.
Essi sono in realtà la forza che differenzia la distribuzione Coop dalle altre grandi distribuzioni.
* del Partito della Rifondazione Comunista di Scandicci