(29 gennaio 2005) - Dai cacciatori soddisfazione per l’andamento della stagione venatoria che si è inaugurata nel mese di settembre e terminerà lunedì 31 gennaio. “In questi mesi - dichiara il presidente dell’Arci provinciale di Siena Caccia Giuliano Simonetti - abbiamo registrato da parte dei cacciatori nostri associati commenti soddisfacenti sullo svolgimento dell’esercizio venatorio".
Ma il forte calo della temperature e le abbondanti nevicate in tutto il territorio nazionale rappresentano un grave rischio per la sopravvivenza di numerose specie animali che incontrano enormi difficoltà nel reperimento del cibo.
Sarà, infatti, emergenza-cibo per tutti gli uccelli acquatici, come anatre selvatiche e i limicoli (molti dei quali cacciabili) che troveranno per molti giorni difficoltà enormi nel trovare cibo su terreni e laghi induriti dal ghiaccio. A rischio, soprattutto, la beccaccia, uno dei bersagli più ricercati dai cacciatori: questo uccello, utilizza, infatti, il suo lungo becco per cercare nel terreno piccoli invertebrati. Lo stesso rischio lo corrono le pittime, un'altra specie di uccello limicolo che in proprio questi giorni sta attraversando il nostro "stivale gelato" nella rotta migratoria dall'Africa.
A rischio anche fringuelli e peppole, piccoli passeriformi che dovranno fare i conti con una coltre di neve di diversi metri. Tutti animali che devono affrontare già i propri predatori naturali, contro i quali, per fortuna, hanno sviluppato in migliaia di anni strategie di difesa: in questa situazione anche un giorno di tregua può bastare per salvare milioni di animali dalla morte per lo stremo delle forze.
Il WWF si appella alle Regioni, quelle soprattutto del centro-sud, affinchè riconoscano la gravità e l'eccezionalità della situazione e di voler procedere con quanto previsto dall'art.
19 della legge n.157 che riconosce alle Regioni il potere di vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche, in modo da salvaguardare il patrimonio faunistico minacciato non solo dalle avverse condizioni climatiche, ma anche da chi non esita ad approfittare della presenza della neve per infierire maggiormente su animali già fortemente debilitati.
207 segnalazioni di avvelenamento di animali selvatici e domestici (133 cani, 57 gatti) e 15 indagati durante il 2004.
Questo il bilancio della Polizia provinciale che segnala nella relazione annuale del 2004 come i Comuni interessati a questi episodi non avrebbero ancora adottato provvedimenti specifici e sostanziali per contrastare seriamente il fenomeno. Il numero più consistente di avvelenamenti si registra nei comuni di Barberino di Mugello, Fiesole, Firenze, Greve in Chianti, Pontassieve e Reggello.
“L’incremento maggiore di segnalazioni si rileva tra l’anno 2002 e l’anno 2003 – spiegano gli operatori della Polizia - incremento verificatosi in seguito all’obbligo di denuncia veterinaria entrato in vigore con l’approvazione della legge regionale e alla sensibilizzazione effettuata dalla Regione Toscana nella campagna contro gli avvelenamenti in collaborazione con associazioni ambientaliste e animaliste interessate”.
Ma la Polizia provinciale sottolinea anche anche il contributo dei cittadini nel comunicare tempestivamente i fatti accaduti. Altro dato: nel 2004 si è registrato un invio sollecito di schede da parte dei medici veterinari, grazie anche ai Servizi veterinari della Asl e all’Istituto Zooprofilattico del Lazio e la Toscana, che hanno informato e aggiornato i medici veterinari sul fenomeno dei bocconi avvelenati. Di grande importanza la collaborazione con i Comandi Stazione dei Carabinieri, con il Corpo Forestale dello Stato, con la Polizia Municipale di Firenze, con il Nucleo Guardie Zoofile dell’Enpa di Firenze, con le Guardie venatorie della F.i.d.C.
di Firenze, che hanno proceduto unitamente alla Polizia provinciale a svolgere gli accertamenti sul fenomeno dei bocconi avvelenati.