Nel corso dell'ultimo decennio il concetto di multifunzionalità è stato al centro del dibattito regionale, nazionale ed europeo sullo sviluppo rurale e la sostenibilità dell'agricoltura. In Toscana l'attuazione delle politiche comunitarie per l'agricoltura e lo sviluppo rurale sta orientando i processi di trasformazione dei territori rurali, verso obiettivi di maggiore diversificazione, qualità e sostenibilità della produzione e dell'uso delle risorse del territorio.
Il 28 gennaio a Grosseto, presso il Polo Universitario, si tiene il convegno "Agricoltura multifunzionale e piani locali di sviluppo rurale: le prospettive di evoluzione delle misure agro-ambientali", cui hanno partecipato amministratori regionali e locali, professionisti, agricoltori e ricercatori.
Nel corso del Convegno vengono divulgati i risultati del progetto triennale europeo di ricerca AEMBAC "Definizione di un quadro analitico comune europeo per lo sviluppo di programmi agro-ambientali locali per la conservazione della biodiversità e del paesaggio" sviluppato nell'ambito del Quinto Programma dell‘UE, e coordinato dall'IUCN The World Conservation Union.
Partner del progetto AEMBAC per l'Italia è il Dipartimento di Scienze Economiche dell'Università di Firenze che ha coordinato il gruppo di ricerca italiano, diretto dal prof.
Alessandro Pacciani, del quale hanno fatto parte ricercatori dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agro-forestale (ARSIA), dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), dell'Istituto Regionale per la Programmazione Economica (IRPET), dell'Accademia Italiana di Scienze Forestali (AISF), del CRA-Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo (ISSDS). AEMBAC ha definito una metodologia, testata in 15 aree di studio appartenenti a sette diversi paesi europei (oltre all'Italia, Olanda, Estonia, Svizzera, Germania, Ungheria, Svezia), per lo sviluppo di programmi agro-ambientali locali basata sull'analisi e valutazione dell'impatto delle pratiche agricole sulla performance di funzioni ambientali quali per esempio la conservazione della biodiversità e del paesaggio e il controllo dell'erosione del suolo.
Per l'Italia le aree pilota sono state il bacino del fiume Greve e il Parco Regionale della Maremma, nelle quali è stata sperimentata una metodologia operativa per la messa a punto di interventi di supporto al miglioramento delle relazioni tra agricoltura e ambiente. Si tratta di un tema di grande rilevanza anche nell'ambito del Distretto rurale della Maremma, nel quale la qualità dell'ambiente e l'agricoltura sostenibile giocano un ruolo centrale nelle strategie di sviluppo dell'economia agricola e rurale.
La metodologia e gli strumenti di analisi e valutazione proposti da AEMBAC possono inoltre stimolare un'interessante riflessione sulle prospettive di evoluzione delle misure-agroambientali, nell'ambito della nuova fase di programmazione della politica di sviluppo rurale che interesserà il periodo 2007-2013. I risultati della ricerca vengono presentati nella mattina del 28 gennaio, alla presenza di Maria Grazia Mammuccini, amministratore dell'ARSIA. Nel pomeriggio si tiene una tavola rotonda rivolta a considerare le possibilità e le opportunità di applicazione della metodologia AEMBAC a supporto della pianificazione rurale di livello regionale e locale; alla tavola rotonda partecipano tra gli altri Tommaso Franci, assessore regionale all'ambiente e tutela del territorio, e Tito Barbini, assessore regionale dell'agricoltura.