Approvati dal Consiglio regionale la proposta di legge che modifica il testo unico regionale su educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro, e il relativo regolamento. La nuova legge di modifica dà attuazione alla legge Biagi e al successivo per quanto è di competenza regionale. In particolare, come ha spiegato il presidente della III Commissione Loriano Valentini (Ds) in aula illustrando il provvedimento, la proposta di legge interviene sull’autorizzazione delle agenzie del lavoro, sull’accreditamento per i servizi al lavoro, sulla borsa lavoro, sulle misure di incentivazione del raccordo pubblico e privato, sulle cooperative sociali e l’inserimento dei lavoratori svantaggiati, sulla borsa continua nazionale del lavoro e sul contratto di apprendistato, per la parte formativa.
“Il nostro giudizio sulla legge 30 e sul decreto 276 rimane negativo – ha spiegato Valentini – ed è nostra opinione che essi vadano superati. Tuttavia ritenevamo anche che le competenze regionali in materia non dovessero essere ignorate; per questo è stata proposta una legge che cerca di consolidare il sistema toscano a rete, salvaguardando il sistema pubblico, riconducendo l’autorizzazione e l’accreditamento nell’esistente impianto del sistema dei servizi”. Il testo approdato in aula, ha spiegato ancora Valentini, è stato unificato con un testo proposto da Rifondazione Comunista, rafforzando il principio di intervento a favore della stabilizzazione del lavoro e di ampie forme di tutela dei lavoratori.
Quanto al regolamento, particolare attenzione è stata posta sui meccanismi di tutela dei lavoratori svantaggiati e sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. A favore della proposta di legge e del regolamento hanno votato i gruppi di centrosinistra, contrari Prc e Forza Italia. Diverso il voto per un ordine del giorno allegato ai provvedimenti, presentato da Rifondazione Comunista, che impegnava la Giunta ad attivare politiche per la stabilizzazione del lavoro e a superare i contratti di lavoro atipici per quanto riguarda la stessa Regione e gli enti pubblici, così come a limitare le esternalizzazioni.
Sull’ordine del giorno, bocciato dall’aula, si sono espressi favorevolmente Rifondazione Comunista, i Comunisti italiani e due consiglieri dei Ds esponenti della sinistra, Marisa Nicchi e Varis Rossi. Lucia Franchini della Margherita si è astenuta, mentre il resto del gruppo della Margherita ha votato contro, così come voto contrario hanno espresso il resto dei Ds e Sdi. Forza Italia non ha partecipato al voto e gli altri gruppi non erano presenti in aula al momento della votazione. Roberto Caverni (Forza Italia) ha spiegato la sua contrarietà alla proposta di legge regionale e al regolamento definendoli “una pura operazione elettorale, un tentativo goffo di scardinare l’impianto delle legge Biagi che alla fine non accontenta nessuno, e un banco di prova, dai risultati fallimentari, della futura alleanza tra centrosinistra e Rifondazione”.
Varis Rossi (Ds) ha usato toni duri per condannare la precarizzazione e la flessibilizzazione introdotta dalla legge Biagi, che “crea un danno sociale”, così come il fatto che con l’attuale impostazione i cittadini svantaggiati vengono trattati “come sospetti di furbizia, anziché come oggetto di attenzione e tutela da parte delle istituzioni”. Secondo Rifondazione Comunista si è perso un’occasione di trovare un’intesa: Mario Ricci ha ripercorso i passaggi politici di questi ultimi mesi, spiegando che dopo l’avvio di un confronto positivo sul provvedimento, dopo la decisione di Toscana Democratica “di dare un’accelerazione capovolgendo il terreno di confronto con Rifondazione Comunista” si sono interrotte anche le relazioni messe in piedi per trovare un’intesa su questa legge.
Al contrario, Luciano Ghelli dei Comunisti italiani ha espresso il suo favore alla proposta di legge perché “non si può fare un uso strumentale di un provvedimento che riguarda il lavoro, cioè il settore in cui si dispiega l’aspetto più borioso della politica del centrodestra”. Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia, ha replicato ricordando che, guardando i numeri, la legge Biagi ha portato nuovi posti di lavoro. L’assessore al lavoro e alla formazione Paolo Benesperi ha spiegato all’aula che un giudizio negativo sulla legge 30 è stato appena espresso anche dall’Unione europea, che in un valutazione ha denunciato la parcellizzazione del lavoro provocata dalla legge Biagi, negativa per lo sviluppo.
“Noi ci siamo posti l’obiettivo di una regolamentazione regionale che segnasse un’inversione di tendenza rispetto ai dati negativi – ha spiegato Benesperi – e lo abbiamo fatto in continuità con la normativa regionale esistente, inserendo il tema della lotta alla precarizzazione, rafforzando l’apprendistato, qualificando i servizi per l’impiego e tutelando maggiormente lavoratori svantaggiati e disabili”. Il voto favorevole dei Verdi è stato infine spiegato dal capogruppo Fabio Roggiolani con “il riconoscimento di uno sforzo fatto per ridurre gli effetti negativi della Biagi, a partire dalla precarizzazione”, mentre Lucia Franchini della Margherita ha sottolineato che “riferendosi ai dati, ai fatti e agli obiettivi è evidente che la Regione ha fatto molto, fin qui, per costruire provvedimenti in materia di lavoro che rendono la situazione toscana migliore di quella di altre realtà”.