Pontassieve è orgogliosa di aver dedicato una via ad un eroe nazionale - così Marco Mairaghi, Sindaco di Pontassieve, risponde alle polemiche apparse su organi d’informazione inerenti l’interrogazione di Gianni Mancuso e altri parlamentari di AN che chiedono provvedimenti del governo contro il Comune di Pontassieve (FI) che ha dedicato una via alla memoria di Bruno Fanciullacci, medaglia d’oro al valor militare e partigiano dei GAP.
L’Amministrazione comunale di Pontassieve conferma la volontà di voler ricordare una delle grandi figure cadute per la liberazione dal nazifascismo e la nascita della democrazia, un eroe della Resistenza e della Repubblica Italiana.
La decisione di voler intitolare una via cittadina a Bruno Fanciullacci fu presa prima dal Consiglio Comunale e poi dalla Giunta dando attuazione alla decisone consiliare.
La scelta è stata legata alla volontà di far conoscere e ricordare un grande personaggio, medaglia d’oro al valor militare, distintosi in numerose azioni contro i nazisti e i fascisti durante l’occupazione di Firenze.
Persone come Fanciullacci – afferma Marco Mairaghi Sindaco di Pontassieve - con il loro martirio, hanno contribuito a segnare la via della nostra democrazia. A lui, e a coloro che sono morti per liberare l’Italia e l’Europa dalla dittatura, dobbiamo tutti moltissimo.
Non metteremo mai sullo stesso piano – prosegue il Sindaco – chi si è battuto per la libertà e la democrazia e chi era dall’altra parte, dalla parte sbagliata.
Pontassieve è orgogliosa di aver dedicato una via ad un uomo che ha dedicato la sua vita all’antifascismo e alla Resistenza, ad un uomo che ha contribuito alla nascita di un’Italia libera e democratica.
Bruno Fanciullacci, assieme alle formazioni dei GAP fiorentini, contribuì tra l’altro a liberare dalle carceri della città decine e decine di detenuti politici, donne, ebrei destinati ai campi di concentramento.
Un vero martire non solo della Resistenza fiorentina ma dell’Italia, morto a Villa Triste il 10 Luglio 1944, dopo essersi gettato dalla finestra in seguito alle torture subite dagli aguzzini della Banda Carità.