Un dramma poco conosciuto, quello delle donne stuprate in massa nella Repubblica Democratica del Congo, viene affrontato in una giornata di studi organizzata dal master in Diritti umani e azione umanitaria dell'Università di Siena.
Interverranno all'incontro, fissato per venerdì 21 gennaio alle 15.30, presso la Sala Tamagni in via San Giovanni a San Gimignano, Enrico Muratore, Responsabile dell'Alto Commissariato per i diritti umani per la Repubblica Democratica del Congo; Maitre Titinga Frédéric Pacéré, Esperto indipendente nominato dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite; Marie Terese Mukamitsindo (coordinatrice Progetto Asilo); Daniele Scaglione, Amnesty International; Pietro Ferrero, psicologo, capo progetto di un'azione COOPI in Congo.
Aderiscono all'evento l'associazione Punto di Partenza, il Forum permanente delle Donne della Valdelsa, l'Associazione Donna chiama donna e ARCI Siena.
Il convegno è organizzato in collaborazione con l'assessorato alla Pace e alla solidarietà del comune di San Gimignano, con la collaborazione del consiglio regionale della Toscana e della provincia di Siena, e con il patrocinio della regione Toscana.
Modererà la discussione Marcello Flores, direttore del master Diritti umani e azione umanitaria, indirizzato in particolare a coloro che desiderano interessarsi al campo dei diritti umani, sia a livello internazionale che locale.
"Uno sguardo sul Nepal" è il titolo del convegno che si terrà sabato e domenica prossimi in Palazzo Vecchio. L'iniziativa è stata promossa dalla commissione per la pace e la solidarietà internazionale, presieduta da Lorenzo Marzullo, e dall'associazione onlus "Apeiron".
«Vogliamo proseguire l'impegno della nostra commissione - hanno spiegato Marzullo e la consigliera Susanna Agostini - per dare visibilità all'azione che l'associazione "Apeiron" sta portando avanti da anni sul fronte dei diritti negati in Nepal. Sono tanti gli operatori di pace nel mondo presenti nella nostra città, ed è compito del Comune far conoscere il loro importante contributo di lavoro politico, umano e sociale». «In Nepal ci sono 25 milioni di abitanti - hanno ricordato - numero che non considera tutti coloro che, in assenza di registrazione, non esistono e non contano.
Si tratta, prevalentemente, di donne private del diritto di cittadinanza, che le rende invisibili nel proprio paese: non possono usufruire dei servizi sanitari, non hanno accesso all'istruzione, non possono aprire un conto corrente, lavorare. "Apeiron" si batte per restituire alle donne la propria dignità». (fn)