FIRENZE- Sono i giganti di cartapesta, le grande sculture dei maestri carristi, i protagonisti indiscussi del Carnevale di Viareggio.
Anche quest’anno, giunto alla sua 132° edizione, il Carnevale mostra di non aver perso niente del proprio fascino e della vitalità che lo caratterizza. Un programma sempre più denso racconta un’edizione 2005 animata da cinque sfilate (23 e 30 gennaio, 6, 8 e 13 febbraio) sul lungomare viareggino, feste rionali, appuntamenti enogastronomici, spettacoli in vernacolo e mostre, tra cui “La magia del Carnevale”, realizzata dalla Regione Toscana.
“Il Carnevale di Viareggio – dice l’assessore regionale alla cultura, Mariella Zoppi – è senza dubbio una delle più conosciute e amate feste della Toscana.
Ci sono molti tipi di Carnevale: nei suoi 132 anni di vita quello della Versilia ha saputo proporre e mantenere una sua specifica personalità, spaziando tra la satira più pungente e la bonaria saggezza della tradizione. Siamo davanti ad una tra le più importanti feste popolari d’Europa. Per questo la Regione ha voluto ricordarne la storia con una mostra fotografica che raccoglie, attraverso le immagini e i bozzetti, oltre un secolo di lavoro dei maestri carristi”.
La mostra “La magia del Carnevale” è composta da 32 pannelli.
Nei primi due si racconta la storia della manifestazione viareggina, se ne narrano le origini, si ricordano i nomi che l’hanno fatta grande. Seguono 28 pannelli fotografici, dove si susseguono le immagini ed i bozzetti dei carri di prima categoria (dal peso di circa quaranta tonnellate) e le riproduzioni fotografiche di quelli di seconda (dal peso di circa trenta tonnellate), dei gruppi mascherati. Gli ultimi due pannelli, raccolgono, infine, una panoramica su tutti gli altri carnavali toscani.
Si va da quello di Foiano della Chiana, il più antico della regione, a quello di Castiglion Fibocchi, con le sue maschere ispirate al carnevale veneziano, fino a quelli locali e spontanei che si incontrano in molti centri le domeniche che procedono la Quaresima. “ Il Carnevale – prosegue l’assessore - è e resta una festa popolare, dove tradizioni locali e contemporaneita' si incontrano e germinano espressioni sempre nuove riproponendo l'infinita gamma dei linguaggi e delle culture presenti nei territori.
Non è un caso che ai Carnevali toscani se ne vadano aggiungendo altri, ad esempio quelli cinesi, che con i loro dragoni serpeggianti raccontano delle nuove comunita' immigrate”. (pp)