Le stragi nazifasciste, la ricostruzione culturale e morale operata dal priore di Barbiana don Lorenzo Milani, le testimonianze storico-religiose che punteggiano un’area ricca di verde. Da queste premesse nasce il Parco culturale della memoria di Monte Giovi, presentato stamani dal Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, i Presidenti delle Comunità montane del Mugello Stefano Tagliaferri e della Montagna Fiorentina Nicola Danti, con i Sindaci dei Comuni di Borgo San Lorenzo (Giovanni Bettarini), Dicomano (Ida Ciucchi), Pontassieve (Marco Mairaghi) e Vicchio (Elettra Lorini).
“Il parco – spiega il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi - è dedicato alla guerra di liberazione dal nazifascismo e ai valori della Costituzione che hanno fondato l’Italia contemporanea. Qui sono visibili i segni di un passato che ha consegnato democrazia e sviluppo a noi e alle nuove generazioni: la memoria è la solida pietra d’angolo per la costruzione del futuro”.
L’accordo di programma da cui scaturisce la definizione del parco, ha anche un’importante ricaduta per la valorizzazione naturalistica e non solo storico-culturale dell’area del Monte Giovi.
Gli eventi storici principali che presiedono alla scelta: la strage di Padulivo. Qui, nel luglio del 1944, dopo il rastrellamento di centinaia di persone, per rappresaglia ad una azione partigiana, i nazifascisti commisero uno dei più efferati eccidi passando per le armi 15 cittadini. Sulle pendici del Monte Giovi, si è sviluppata nel dopoguerra l’esperienza di Barbiana, unica nel suo genere, poichè più che una scuola, Don Lorenzo Milani aveva creato una comunità, una famiglia. “Povero tra i poveri – continua Renzi - tenne gli occhi sgranati su una realtà, all’interno della quale visse con intima coerenza”.
Tutti i suoi scritti, nel periodo in cui abitò Barbiana, nacquero per motivi pedagogici. Don Milani “liberò subito i ragazzi della scuola dalla passività e li rese responsabili: in questa scelta si fonderanno la pedagogia e la pastorale, il prete e la scuola”. Da un punto di vista storico-culturale l’area è segnata da impronte originali e la presenza di insediamenti umani è testimoniata già da epoca preistorica da stazioni paleolitiche (a Mulinaccio), dall’età del bronzo (a Colognole) e da resti etruschi sulla sommità del Monte Giovi (992 m).
Sono presenti inoltre costruzioni civili e religiose di origine medievale, resti di castelli e torri di avvistamento e il paesaggio agrario, forestale e montano è segnato da diverse case coloniche che rappresentano il legame con l’organizzazione mezzadrile della campagna e l’economia montana di sussistenza. Nell’area del Monte Giovi insistono anche diversi sentieri Cai e Soft che attraversano ambienti contraddistinti da emergenze naturalistiche, storiche e culturali di grande pregio la cui lettura può avere approcci diversificati e unitari.
Per portare a compimento il Parco della memoria, gli Enti avvieranno il recupero e il ripristino della viabilità rurale di collegamento fra i territori dei quattro Comuni.
Interventi sono stati effettuati sulla strada vicinale nei pressi di Collefertile, nel comune di Borgo San Lorenzo, e nel tratto Acone-Pratinovi nel comune di Pontassieve, ma si rendono necessarie opere di manutenzione nel tratto San Martino a Scopeto - Il Prato - Fornello - Cimitero di Barbiana; tratto Vicoferaldi-Tamburino nel comune di Pontassieve; tratto Collefertile-Pratinovi nel comune di Pontassieve; Barbiana-Tamburino nel comune di Vicchio; strada di Servizio Celle, Cellaia, La Fonte per Poggio le Piane; tratto Collefertile-Santa Brigida nel comune di Pontassieve e Borgo San Lorenzo; La Rocca (Campestri)-Tamburino nel comune di Vicchio; Montauto-Tamburino nel comune di Vicchio.
Insieme alla manutenzione dei sentieri, verranno realizzati cartelli da porre sui sentieri e nei centri abitati posti sulle pendici del Monte Giovi e una guida escursionistica, con allegata cartografia (da realizzare in collaborazione con la Provincia di Firenze), che contempli nello stesso tempo la storia recente di questi luoghi (dalla guerra di liberazione alla scuola di Barbiana) con i valori naturalistici e storico-culturali consolidati.
Una struttura fissa e qualificata (un rifugio in legno comprensivo dei servizi fondamentali), prenderà il posto delle attuali strutture a “Fonte alla capra", come punto di riferimento per una festa annuale, per l’escursionismo, per la didattica storica e ambientale e come luogo di animazione culturale e sociale.
Una scultura di tipo monumentale verrà, infine, collocata sulla sommità del Monte Giovi, come simbolo della Resistenza. Nella creazione dell’opera, verrà coinvolto l’Istituto Tecnico Statale d’Arte di Porta Romana.
Per la manutenzione delle strade i Comuni prevedono nei rispettivi bilanci appositi finanziamenti e si impegnano a predisporre gli atti amministrativi e a quanto altro necessario, unitamente alla Provincia e alle Comunità Montane, per concorrere ad eventuali finanziamenti.
Per gli altri progetti, invece, le risorse sono state suddivise come segue: 30 mila euro ciascuno da Provincia, Comunità montana del Mugello, Comunità montana della Montagna Fiorentina; 7.500 euro ciascuno dai Comuni di Borgo, Dicomano, Pontassieve e Vicchio. In totale, quindi, 120 mila euro.
Primo obiettivo: inaugurare il Parco nel corso del 2005, durante il quale ricorre il 61° anniversario della Liberazione di Firenze.