L'allarme per il gioco d'azzardo è alto e non solo per il lotto: cavalli, sale corse, videopoker nei bar, scommesse, stanno rovinando la vita di sempre più persone.
“Si tratta di un fenomeno molto diffuso, sottovalutato e con un grande sommerso – commenta Alessandro Coacci, direttore dipartimento dipendenze Asl 9 di Groseeto– da noi arrivano le segnalazioni di parenti e familiari, di solito le mogli. Perlopiù il giocatore è una persona di età media, magari valida da un punto di vista professionale, ma per niente consapevole della propria dipendenza, che invece è una vera e propria malattia.
L'approccio con il giocatore è difficile, è affetto da una vera patologia, egli non gioca per vincere, è consapevole che non vincerà mai, egli gioca a perdere. Il profilo e le modalità del giocatore sono uguali dappertutto, in Italia come in Europa”. Le conseguenze di questa malattia sono gravissime. “Molte persone hanno perso tutto – continua il professionista delle dipendenze – alla fine c'è sempre la separazione e il divorzio perché arrivano a giocarsi anche la casa. E' importante, quando i familiari fiutano una patologia del genere, rivolgersi ad un avvocato per formalizzare le proprietà del patrimonio familiare ed evitare di perdere tutto, anche quanto è della moglie, dei figli, o di altri parenti.
E' una situazione molto simile a quella del cocainomane, che non è cosciente della patologia ma pensa solo di avere un vizio costoso”. I posti dove curarsi sono pochi. “In Italia stanno sorgendo dei centri specializzati tipo comunità, per ora sono tre o quattro – spiega ancora Coacci – ma è attivo anche il dipartimento, che sta perfezionando un sistema di recupero in accordo con la Regione Toscana, e che ha stato creato un centro di riferimento provinciale sul gioco d'azzardo attivo a Follonica”.
Tra l'altro, proprio la Regione Toscana avrebbe individuato la possibilità di recuperare alcune strutture nella zona grossetana, ora in disuso, allo scopo di realizzare un centro ultraspecialistico con 15 posti letto per la cura del gioco d'azzardo. In ogni caso, i giocatori che si rivolgono ai servizi sono ancora pochi. “Per ora abbiamo una dozzina di utenti, per lo più grossetani, tutti maschi e arrivati al servizio accompagnati dalle mogli – dice Laura Masini, referente provinciale per il gioco d'azzardo – sta funzionando la collaborazione con i medici di base e con altri servizi della Asl, ma sappiamo che rispetto alle dimensioni reali del problema sono molto pochi.
Stiamo facendo una verifica incrociata con gli utenti dipendenti da alcol e droghe, si stima che fino al 30% di questi abbia problemi anche con il gioco, solo che diventano evidenti solo quando l'utente smette con il resto”. Il dipartimento offre un percorso terapeutico definito. “La fase di accoglienza prevede un test d'ingresso per valutare la dipendenza, poi c'è la diagnosi ed una consulenza medica – afferma la psicologa - Il trattamendo di solito è psicologico, ma a volte vengono usati degli psicofarmaci.
La psicoterapia è individuale ma sta per iniziare anche una psicoterapia di gruppo”. Proprio in tema di gruppi, è allo studio la costituzione di un gruppo di auto aiuto di Giocatori Anonimi, legato direttamente all'esperienza di Alcolisti Anonimi.