Un enigmatico neuropsichiatra è convinto che il bombardamento dei media sia all’origine di un gran numero di disturbi psichici; la sua paziente teledipendente non guarirà fino al momento in cui non verrà casualmente aiutata da uno dei più grandi maestri del cinema… Una cura sperimentale basata sul principio omeopatico che il male si sconfigge con un dosaggio oculato dello stesso male, da cui l’invenzione e l'uso di un farmaco speciale: il "mediatone"… Psaico è uno spettacolo sulla comunicazione, vale a dire su ogni tipologia di immagine trasmessa dalla televisione: informazione, cinema, pubblicità, politica.
Questo materiale di partenza, manipolato tramite un lungo e attento lavoro di doppiaggio, montaggio ed “effetti speciali”, è trasformato in una sorta di anti-palinsesto estremamente comico. Se già Riccardo Pangallo aveva dato prova della sua particolare abilità e comicità nella manipolazione di immagini e voci ne La Storia del Cinema, il suo ultimo spettacolo, in Psaico non solo tale abilità si conferma, ma raggiunge livelli di raffinatezza e di compiutezza tematica particolarmente significativi.
L’interazione tra psichiatra e paziente - surreale fin da subito in forza dell’improbabile collocazione professionale e dello stesso marcato accento dello psichiatra-narratore-protagonista (Università di Stromboli/Cattedra di Neuropsichiatria e Scienza della Comunicazione) - racconta la storia della terapia di una paziente teledipendente: una cura che si svolge tramite la proiezione di immagini, prese dal contesto comunicativo quotidiano di chiunque. Le immagini diventano stranianti e comiche in virtù della manipolazione visiva e sonora di Pangallo: distratte quasi violentemente dal loro dovere di significare, si trasformano in un veicolo comunicativo di una comicità esilarante.
Mussolini, Cossiga, Gorbaciov, Bush, Hitler, Bin Laden, Berlusconi, Perry Mason, brani minimi di film come La Mosca, Blade Runner, Atto di Forza, ecc… si mutano in surreali folgorazioni, la cui comicità scaturisce proprio dalla differenza tra il contesto di origine e il loro essere riportati nella dimensione quotidiana tramite la manipolazione sonora e visiva. Psaico, oltre a una sana e vigorosa comicità, offre allo spettatore una riflessione sul reale valore delle immagini e dei personaggi: grazie allo schermo, infatti, chiunque può acquistare un potere mediatico e assurgere al ruolo di star, a vero e proprio mito.
Lo spettacolo è dunque anche una digressione su un mezzo di comunicazione estremamente potente e affascinante, ma soprattutto decisamente ambiguo, e a maggior ragione oggi.