Una “Festa della Toscana” dedicata ai diritti dei bambini deve vedere anche gli stessi giovani diventare protagonisti nella lotta contro la guerra, per costruire un mondo migliore. Questo è il messaggio di impegno e speranza lanciato da tutti gli intervenuti, all’inaugurazione dell’edizione 2004 della “Festa della Toscana”, alle centinaia di studenti radunati oggi a Firenze nel palazzetto dello sport di Via del Filarete. “Quest’anno, in tutti i comuni toscani, siamo arrivati a mille manifestazioni dedicate al tema della pace e della guerra viste con gli occhi dei bambini.
I dati drammatici sui conflitti nel mondo –ha detto il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini- ci imponevano di dedicare l’attenzione della Toscana non solo a sostenere le iniziative di pace, ma anche ad avviare un cambiamento di impostazione culturale sul tema dei diritti dei bambini, visto che perfino l’educazione scolastica si basa su opere che parlano di guerra come l’Iliade”. I numeri sono veramente tragici: nell’ultimo decennio oltre due milioni di ragazzi uccisi in circa 50 conflitti (33 sono ancora in corso); altrettanti rimasti invalidi; 37 milioni i profughi costretti a lasciare le proprie case; incalcolabili i decessi post-bellici dovuti a malattie, carestie, violenze.
“A morire oramai sono al 90% civili e solo il 10% militari –ha detto Nencini-, in posti sconosciuti all’Occidente. Come nella regione dell’Agec, difficile da trovare sulle carte geografiche, coinvolta in un conflitto che ha già fatto 50.000 morti. Noi assieme a tutti i ragazzi delle scuole dobbiamo far conoscere all’opinione pubblica che nessun tipo di guerra è esente da violenze immotivate ed orribili, neppure quelle cosiddette umanitarie. Ai giovani dico lottate per la pace e se proprio volete usare il fucile fatelo come l’olimpionico Andrea Benelli, al tiro al piattello”.
Anche padre Javier Giraldo, il gesuita che si occupa dei diritti umani in Colombia, ha ricordato che i cittadini hanno nelle loro mani la scelta di opporsi alla violenza. Succede anche in un paese martoriato come quello sudamericano, che da 40 anni vive una guerra civile, che produce una media di 19 morti al giorno e 700 ‘desaparesidos’ l’anno. Guerriglia, esercito e gruppi paramilitari si scontrano senza regole. L’assassinio politico è un metodo usatissimo. Il trasferimento forzato di milioni di persone, costrette a lasciare la propria terra, comporta l’abbandono scolastico dei bambini che devono lavorare per sostenere la famiglia.
“Ma la resistenza esiste –ha detto padre Giraldo- ed è fatto dalle ‘Comunità di pace’, da cittadini che vogliono restare nel proprio territorio senza parteggiare per nessuno dei gruppi armati”. La campionessa olimpica di Atene (medaglia d’oro pallanuoto femminile), la toscana Carmela Allucci, ha preso la parola anche a nome dei colleghi presenti (Andrea Benelli, Lorerenzo Bettini, Martina Miceli e Elena Gigli). Lei ha sottolineato che l’argomento scelto per la “Festa della Toscana” fa onore alle istituzioni.
“Difendere la vita e la pace –ha detto- dovrebbero essere principi scontati, ma non lo sono in tante parti del mondo. Lo sport è forse l’unico ambiente i cui c’è il rispetto di questi valori e vogliamo trasmetterli a tutti. La speranza è nei giovani, che devono costruire un mondo migliore”. Il vice-presidente della giunta regionale, Angelo Passaleva, assieme alla condanna morale per il crimine più grave al mondo, quello dell’assassinio dei bambini, ha citato questa frase di don Milani: “ragazzi ribellatevi avete l’età”.
Un modo per indicare la strada in cui è possibile recuperare la speranza. “Dovete essere voi i primi a gridare basta all’uso dei bambini-soldato –ha detto Passaleva-, ed essere capaci di esaltarvi davanti alla bellezza del mondo e contro lo scandalo della morte a causa della guerra”. L’inaugurazione della “Festa della Toscana” è poi proseguita con il concerto dell’orchestra della scuola media “Galilei – Da Vinci” di Grosseto e con la premiazione degli studenti che hanno partecipato al concorso regionale “Cippi, lapidi e monumenti”.
Approfondire il panorama degli istituti a tutela dei diritti e degli interessi dei bambini con particolare riferimento ai nuovi organi regionali ancora in via di sperimentazione.
Questo l’obiettivo del convegno Il Garante dei diritti dell’infanzia, esperienze a confronto e iniziative legislative in corso in programma per lunedì 29 novembre dalle ore 15,00 nella Sala Gonfalone di Palazzo Panciatichi a Firenze. Già istituita in quattro regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche e Lazio anche se qui il garante non è stato ancora nominato), la nuova Authorithy ha, almeno per il momento, compiti essenzialmente di promozione dei diritti dell’infanzia. In corso ci sono infatti iniziative legislative volte a rafforzare i poteri dell’Organo:oltre ai normali compiti di indagine e controllo, dovrebbe essere in grado di intervenire in giudizio e svolgere attività di rappresentanza dei minori nei processi anche di ufficio.
Al convegno, introdotto da Riccardo Nencini, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana e coordinato da Alessandra Maggi, Presidente dell’Istituto degl’Innocenti, intervengono Franco Occhiogrosso, Presidente del Tribunale dei Minori di Bari, Pasquale Andria, Presidente dell’Associazione Italiana Giudici Minorili, Elena Zazzeri, Avvocato Vice Presidente dell’Unione Camere Minorili Nazionali, Vittoria Franco, Senatrice del Gruppo DS-U, Franco Mugnai, Senatore del Gruppo An, Lucio Strumendo, Garante per l’Infanzia della Regione Veneto, Giorgio Morales, Difensore civico della Regione Toscana, Francesco Milanese, Garante per l’Infanzia della Regione Friuli Venezia Giulia, Mery Mengarelli, Garante per l’Infanzia della Regione Marche.
Conclude i lavori Ernesto Caffo, Presidente nazionale dell’Associazione Telefono Azzurro.