Parte la 45° edizione del Festival dei Popoli. La prima giornata (venerdì 26 novembre) si svolgerà interamente all’Alfieri Atelier (via dell’Ulivo 6) e regalerà un programma quanto mai vasto e interessante.
Due storie fotografano la controversa attualità statunitense:
“Cat Stevens. A true story” (ore 16), perla della sezione Filmare la Musica, documentario del regista statunitense Jill Modabber, racconta, attraverso rari filmati e immagini d’archivio, il percorso del musicista (premio “Uomo della Pace 2004”) e la transizione che lo ha portato ad abbandonare il ruolo di rockstar per abbracciare con totale devozione e fra lo stupore generale la religione musulmana.
Una devozione che ha origine nel 1977 e che nel 2004 non gli ha permesso di varcare la frontiera Usa perché sospettato di essere legato ad organizzazioni terroristiche.
Poi “Arnold alla conquista del West” (ore 23), in cui il regista britannico Alex Cooke – che sarà presente alla proiezione - ripercorre la straordinaria campagna elettorale di “Terminator” verso il Governo della California. Attraverso una serie di interviste a candidati, elettori e giornalisti, accompagnata da servizi e immagini trasmesse dalle televisioni americane, sono denunciati gli eccessi della politica-spettacolo in una satira divertente e ricca di stimoli.
Inoltre, in prima serata, per il Concorso Internazionale, “The Yes Men” (ore 21), la storia di un gruppo che, attraverso internet, denuncia il Wto e i rischi della globalizzazione avvalendosi di singolari e parodistiche operazioni.
Di straordinaria attualità “The Mountain village” (ore 18), un’interessante riflessione sul momento di sfrenato sviluppo economico cinese. Attraverso il racconto di un povero villaggio di montagna un’analisi delle drammatiche contraddizioni che vanno accentuandosi in Cina, paese con una delle economie più competitive del mondo ma anche con milioni di poveri senza alcuna prospettiva.
Da segnalare anche il doppio appuntamento con il cinema d’animazione del sudafricano William Kentridge: “Zeno Writing” (ore 22.30) e “Tide Table” (ore 22.45).
Per la rassegna «Filmare il teatro» l’Istituto Francese ospita 2 pellicole: lunedì 29 novembre
ore 11 Qui sait? di Nicolas Philibert (Francia, 1998, in francese con sottotitoli in inglese).
Il film che precede la consacrazione internazionale del regista avvenuta con Être et avoir (2002), riprende quindici aspiranti attori del Teatro Nazionale di Strasburgo che nel laboratorio della propria scuola tentano di realizzare uno spettacolo incentrato sulla propria città. Martedì 30 novembre ore 17 – in prima italiana - Dodin prova di Viktor Bezega (Russia, 2004, in russo con sottotitoli in italiano): il maestro Dodin, uno dei più importanti registi del teatro mondiale, viene ripreso mentre è al lavoro con i propri attori durante l’allestimento di “Zio Vania” e “Gaudeamus”.
Ben 6 i titoli della sezione «cinema & arte» in cui spicca la trilogia del regista francese Pierre Coulibeuf che propone: Lunedì 29 novembre ore 16.30 Balkan Barok (Francia, 1999, in inglese con sottotitoli in francese) in cui la voce narrante Marina Abramovic, esponente della Body Art, racconta la sua vita attraverso una sorta di autobiografia per immagini e performance: dall’infanzia nella Jugoslavia di Tito e dei genitori partigiani alle esperienze psico-fisiche che l’hanno portata a vivere a New-York.
Martedì 30 novembre ore 11 Somewhere in Between (Francia/Belgio, 2004, Senza dialoghi), trasposizione cinematografica di un’opera di Meg Stuart, in cui la coreografa americana ricrea movimenti e gesti carpiti a chi vive ai margini della società. Martedì 30 novembre ore 15.30 Les guerriers de la beauté (Francia, 2002, in francese con sottotitoli inglesi). Il film, nato dall’incontro Coulibeuf ed il coreografo fiammingo Jan Fabre è un adattamento dell’immaginario del coreografo, una fantasmagoria ispirata alle sue creazioni per il teatro, in cui un’improbabile Arianna in abito da sposa guida lo spettatore in un mondo contraddistinto da metamorfosi e doppie personalità.
Completano la sezione: lunedì 29 novembre ore 15 – in prima italiana - David Hockney: Double Portrait di Bruno Wollheim (Regno Unito, 2003, in inglese).
Attraverso interviste all’artista e ad alcune delle persone ritratte, tra cui amici di lunga data e familiari, il film tenta di penetrare il mondo pittorico di Hockney, alle prese con uno dei suoi soggetti preferiti, quello dei doppi ritratti: amici, fratelli o coppie. Lunedì 29 novembre ore 16 – in prima italiana - Sciola di Michele Boschetto (Italia, 2004, in italiano). Sciola aggredisce la pietra con martelli e seghe per ricavarne strumenti musicali di grande delicatezza. Lunedì 29 novembre ore 17.40 Gabriel Orozco di Juan Carlos Martin (Messico, 2002, in spagnolo, francese, inglese, con sottotitoli in inglese); ritratto del grande artista contemporaneo messicano, voce dissonante che ci aiuta a comprendere la realtà che ci circonda.
Infine un film della sezione «Filmare la musica»: martedì 30 novembre ore 15 – in prima italiana - Play di Massimo D’Anolfi (Italia, 2004, in italiano), protagonista Ennio Nicotra, uno dei migliori insegnanti di direzione d’orchestra d’Europa.