Ingegneri, gestori, imprenditori, amministratori pubblici, rappresentanti dei comitati cittadini, del mondo universitario, delle associazioni di categoria: è stata numerosa la partecipazione al convegno “Le antenne di telefonia mobile nelle attribuzioni di Regione e Comuni: prospettive e problematiche applicative” organizzato dalla Fondazione Utilitas e tenutosi questa mattina al Museo del Tessuto di Prato. Una conferma, questa, della necessità di creare momenti di confronto e dibattito sui molteplici aspetti legati al tema delle antenne di telefonia mobile.
Nel corso degli interventi, infatti, sono emersi aspetti importanti come le difficoltà oggettive – rilevate dai gestori ma anche dagli amministratori locali - di adeguare i tempi degli iter burocratici con quelli del progresso tecnologico per cui al momento dell’approvazione di un piano da parte degli enti pubblici sono già allo studio nuove infrastrutture tecnologiche. Comune anche l’intento di affrontare la questione dal punto di vista della concertazione più che della repressione: l’evoluzione tecnologica rappresenta un punto cardine per lo sviluppo economico, tutti i cittadini devono avere la possibilità di fruire dei nuovi strumenti a disposizione senza venir meno alla tutela dell’ambiente e della salute.
La mattina si è aperta con la consegna delle borse di studio, del valore di 2.000 euro ciascuna, assegnate a tre laureati delle università toscane con tesi sui servizi pubblici locali. Questi i nomi dei vincitori: Lorenzo Petretto di Firenze (“Strategie di project financing nei settori pubblici regolamentati: il servizio idrico integrato”); Simone Caspretti di Campi Bisenzio (“Il trasporto pubblico locale nella trasformazione dei pubblici servizi: il caso ATAF”) e Chiara Torella di Prato (“L’evoluzione delle local public utilities in Toscana”).
Una scelta non facile per la Commissione - nominata dalla Fondazione e composta da due docenti universitari e da un membro del Comitato scientifico di Utilitas - che ha selezionato i tre lavori. A introdurre e moderare il dibattito, è stato chiamato il neo presidente di Utilitas, Fabrizio Mattei che ha sottolineato quanto il tema delle antenne di telefonia mobile sia legato strettamente a temi come l’evoluzione, l’inquinamento ambientale e la questione urbanistica: “per questo il nostro obiettivo è quello di fare della Toscana un punto importante di approfondimento”.
A testimoniare fin da subito il ruolo degli enti pubblici, è stato il sindaco di Prato Marco Romagnoli che nel suo saluto ha dichiarato: “il dibattito e il percorso normativo legato alle antenne di telefonia mobile ci pone di fronte alla rapidità con cui si sviluppano le nuove tecnologie, a cui non sempre corrisponde un’adeguata struttura organizzativa degli enti pubblici capace di far fronte a questi processi. Ma è necessario continuare a discutere; come amministratori locali abbiamo il compito di capire e dare risposte concrete e tranquillizzanti ai cittadini”.
Anche Paolo Abati presidente del Gruppo Consiag ha ribadito la necessità di confrontarsi e agire, come sta facendo il Gruppo cui il Comune di Prato ha assegnato la gestione dei siti di telefonia mobile, “nel rispetto dei diritti e delle sensibilità di tutti: il fatto che sia Consiag a gestire i siti, per i cittadini del nostro territorio rappresenta in qualche modo una garanzia di controllo e di regolazione di certe questioni che in realtà a livello nazionale non sono ben regolate”.
Tommaso Franci, assessore regionale all’ambiente, parlando dell’indirizzo della Regione Toscana, ha affermato che “la scelta è quella della concertazione e della trasparenza; oltre alle normative si deve affiancare l’intervento dei Comuni che hanno un ruolo fondamentale di guida e coordinamento al momento della localizzazione delle strutture.
Tutto questo va fatto all’insegna della comunicazione e continuando a fare ricerca sugli effetti dell’elettrosmog”. Sulle antenne di telefonia mobile nella recente legislazione statale e nella giurisprudenza costituzionale si è soffermato Giandomenico Comporti dell’Università di Siena che nel suo intervento, dopo un rapido excursus sul quadro normativo, ha posto all’attenzione quanto scritto nel nuovo codice di comunicazione che inserisce le antenne di telefonia mobile tra le opere di urbanizzazione primaria: “questo vuol dire – ha aggiunto - che sono da considerarsi come opere di nuova costruzione e quindi dovranno seguire gli iter previsti in questi casi.
E’ su questo che i Comuni possono avere voce in capitolo. Perché contano a livello di pianificazione urbanistica”. Dopo l’intervento di Marco Casini, dirigente della Regione Toscana che ha parlato dei progetti di legge regionale in materia di telefonia mobile, Alessandro Bracci, esperto di servizi di telefonia mobile e Camilla Curcio, assessore all’ambiente del Comune di Prato, hanno esposto i principi fondamentali su cui si basa il piano delle antenne del Comune di Prato: “ prevede il coinvolgimento di tutte le parti interessate – ha spiegato Bracci - e privilegia le proprietà pubbliche evitando l’edilizia sparsa nelle aree extraurbane”.
Attualmente il piano e in fase di “valutazione delle osservazioni pervenute”. “Completate le valutazioni – ha detto Curcio - riprenderemo la fase di consultazione; rimarranno comunque fondamentali elementi come il monitoraggio, la mappatura e la comunicazione”. Nell’affrontare il tema degli strumenti di controllo Andrea Romolini, fisico dell’Arpat, ha evidenziato l’importanza di effettuare controlli previsionali fatti sulla base delle indicazioni dei gestori “che tra l’altro si sono rivelate quasi sempre corrette, dopo aver effettuato i controlli in luogo.
In realtà i problemi maggiori ci sono con i siti radio televisivi”. A concludere gli interventi Bruno Ferranti, presidente di ConsiagNet, che ha parlato della programmazione e gestione degli impianti di telefonia mobile a Prato. “La nostra ipotesi di lavoro – ha detto Ferranti - coinvolge tutti i soggetti interessanti e come priorità abbiamo scelto di garantire al nostro territorio la fruizione di tutte le nuove tecnologie, perché questo è sinonimo di sviluppo, senza prescindere dalla tutela dell’ambiente.
A questo proposito sperimenteremo anche una rete di monitoraggio e nei centri storici e nelle zone più densamente abitate proveremo un sistema di piccole antenne a minimo impatto utilizzando le strutture in fibra ottica”. Interessante la presenza dei rappresentanti dei principali gestori (Wind, Vodafone, H3G e TIM) che hanno in coro ribadito la necessità di una concertazione con le locali amministrazioni ma anche di tenere presente le loro esigenze: “le reti non sono permanenti – ha spiegato Francesco Rotolo, responsabile regionale di TIM – sono in continua trasformazione a livello di infrastrutture; basti pensare che nel 1990 gli utenti di telefonia mobile erano 100 mila oggi sono 58 milioni.
Per questo va bene la concertazione ma è importante anche riuscire a far coincidere i tempi, quindi concretizzare”. Su questo ha insistito anche Sandro Fallani, responsabile dei rapporti con gli enti locali per H3G: “Abbiamo bisogno di certezze nei tempi di lavoro: se un tavolo di concertazione dura 10 mesi non possiamo attenderne altri dieci per fare un piano di lavoro”.