Le piante degli ambienti d’acqua dolce, ed in particolare le specie e le associazioni vegetali più strettamente acquatiche, stanno subendo un rapido impoverimento, e sono molte in Toscana le entità divenute nel giro di qualche decennio assai rare e localizzate.
Primo piano del fiore dell’Utricolaria (Utricularia australis), rara pianta carnivora delle nostre paludi. Fusti e foglie flottano in acqua, mentre il fiore emerge e si serve degli insetti per l’impollinazione (Foto di E.
Zarri)
Fra le cause di questo fenomeno vi è una devastante combinazione di fattori, che investe le residue aree umide della regione: dalle captazioni idriche ai cambiamenti climatici, che determinano sempre più prolungati periodi di siccità; dagli interventi di semplificazione degli ecosistemi operati da molti consorzi di bonifica, all’impatto negativo di molte specie animali e vegetali introdotte e naturalizzate.
Quest’ultimo fattore in particolare, innestandosi in ecosistemi già sottoposti a forti condizioni di stress a causa delle molteplici pressioni antropiche, si sta rivelando assai deleterio; anche per la recente diffusione di specie assai invasive, come il cosiddetto “gambero killer”.
Per cercare di arginare l’estinzione su scala locale e regionale di specie vegetali acquatiche, la Sezione Toscana del WWF, con la preziosa collaborazione dell’Associazione Italiana piante carnivore, sta mettendo a punto un progetto volto a promuovere in alcune delle proprie Oasi (ritenute idonee) forme di conservazione ex situ (vale a dire in apposite vasche e mastelli) ed interventi di reintroduzione di specie vegetali acquatiche rare.
Gli interventi saranno attuati sulla base di uno specifico protocollo tecnico e preceduti da un esame delle indagini floristico vegetazionali esistenti per ciascuna area, in modo da inserire solo entità indigene ed in grado di adattarsi agli habitat presenti.
Le aree che saranno inizialmente coinvolte sono l’Oasi di Gabbianello (presso il Lago di Bilancino), l’Oasi di Focognano (presso Campi Bisenzio), l’Oasi di Bolgheri e quella di Orti Bottagone (sul litorale livornese).
E’ previsto tuttavia il coinvolgimento, oltre che di altre oasi WWF, anche di altre aree naturali protette toscane.
Contestualmente alla messa a punto di questa iniziativa l’associazione continuerà a battersi per migliorare lo stato di conservazione delle aree umide toscane ed arginare le cause dell’erosione di diversità biologica cui purtroppo sono soggette.