Bolaffi, nel campo delle pubblicazioni d’arte, era già consacrato per la qualità e la quantità di informazioni che elargiva prima sulla filatelia e successivamente nei suoi annuari d’arte: il primo uscì il 31 gennaio del 1962. Particolarmente attento alla grafica d’arte nel 1969 presentò il suo primo catalogo “Grafica Italiana Contemporanea”.
Alla fine degli anni ’60 in Europa e nel mondo le iniziative editoriali mensili rivolte all’informazione sull’arte e alle sue libere espressioni nascevano e maturavano velocemente: a Londra “Art and Artitst” e “Art Review”, a Parigi “L’Art Vivant”, a New York “Artforum”, “Auction”, “Artmagazine” e “Art News” e a Monaco “Weltkunst” erano già vive e proponevano con piglio rapido e moderno i mutamenti del collezionismo contemporaneo.
Anche in Italia l’amore per l’arte e il collezionismo avevano superato i limiti riservati a pochi appassionati, stabilendo nuovi spazi e dimensioni consentiti anche dal maggior tempo libero conquistato.
Bolaffi e Mondadori, con la rivista BOLAFFIARTE, si presentarono ai nuovi e vecchi appassionati proponendo quella “ review italienne” che avrebbe lasciato il segno per oltre un decennio.
La nascita di una rivista d’arte, in quel tempo a livello nazionale, sicuramente fu caratterizzata dal grande amore, passione e ingegno. L’apporto della grande esperienza editoriale di Mondadori e la sua vasta organizzazione consentirono l’uscita del primo numero senza gli affanni di altre riviste che avevano tentato la sorte.
Chiari gli obiettivi da raggiungere: informare sulle cronache d’arte, visite agli atelier degli artisti, alle gallerie, alle collezioni private e pubbliche ed ai musei.
Nel primo numero della rivista De Chirico ospitò BOLAFFIARTE, Panza di Piumo aprì le porte della villa lombarda e i lettori poterono ammirare Rauschemberg, Rothko, Kline, Morris e tanti altri.
Straordinaria intuizione fu quella di far illustrare la copertina della rivista agli artisti dell’epoca, per la maggior parte già noti e famosi e ad altri giovani promettenti che sarebbero diventati anch’essi grandi Maestri. I temi suggeriti dalla rivista furono di vario genere: i numeri, l’alfabeto, i peccati capitali, i sensi, i segni dello Zodiaco, le stagioni...
Le tecniche adoperate furono la fotolitografia, la serigrafia, il rilievo, il collage e la fotografia.
Singolare e significativa fu la storia del primo artista invitato che collaborò alla nascita della prima copertina: Emilio Scanavino, noto per la sua riservatezza, schivo e scontroso come pochi ma felice di “tirar fuori” dai suoi rossi, neri e bianchi il primo bozzetto litoserigrafico.
“Non pensavo venisse così bene, perchè non era facile. Io lo sapevo: ho fatto almeno sette bozzetti prima di decidere, ma questo si mi sembra proprio bello. Robusto, essenziale. Vede, è proprio un numero uno, un numero vero. Ma che bella collezione sarà: tutti i numeri di grandi artisti. Bene, bene: una bella idea. Servirà all’arte ed io sono sempre per quello che serve all’arte.”
Così Emilio Scanavino commentava la sua prima riproduzione litoserigrafica presentata per il primo numero di BOLAFFIARTE del giugno 1970 all’incaricato di Bolaffi e Mondadori quando gli venne portata a casa a Calice Ligure per il “bon a tirer”, approvando con entusiasmo la qualità del lavoro.