firenze- Un’iniziativa che ha poco a che vedere con un utile impegno a favore di una corretta gestione venatoria e che punta solo a gettare discredito su un’istituzione che ha legittimamente operato sulla base della normativa comunitaria e degli accordi Stato-Regioni. E’ questo il commento dell’assessore all’agricoltura e alla caccia Tito Barbini alla notizia dell’esposto che oggi Wwf e Lav hanno presentato alla Procura della Repubblica di Firenze perché si valuti l’eventuale rilevanza penale della legge per il prelievo in deroga del fringuello approvato lo scorso 5 ottobre dal consiglio regionale.
“Solo l’ipotesi che si voglia intravedere o si voglia insinuare un qualche rilievo penale mi sconcerta – spiega Barbini – Qualunque valutazione, sempre legittima, si voglia dare di questa legge, spingersi a configurare la sussistenza di un reato è un passo grave e fuori da ogni metodo di confronto. Voglio ribadire che questa legge è il frutto di un percorso concordato e concertato, che rispetta pienamente la normativa comunitaria e nazionale e discende da un protocollo Stato-Regioni in cui quest’ultime hanno deciso di limitare sensibilmente il prelievo del fringuello rispetto a quanto era stato autorizzato dall’Unione europea.
La quota è infatti fissata al 3 per cento della mortalità naturale degli uccelli che transitano per l’Italia contro il 5 per cento previsto dall’Europa”. “Tutto questo non è stato fatto a caso, ma sulla base di valutazioni particolarmente attente, a partire dagli studi dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, con limiti e controlli che sono e saranno sempre rigorosi – conclude l’assessore – Per tutto questo l’iniziativa di questa mattina mi ha ancora di più stupito.
Meglio sarebbe stato concentrarsi su un’ulteriore fase di quella collaborazione tra ambientalisti, cacciatori ed amministratori che, sono convinto, ha fatto della Toscana un modello di buona gestione venatoria”. (pc)