E’ stato effettuato questa mattina il sopralluogo della Commissione regionale di controllo su patrimonio e bilancio, presieduta da Paolo Marcheschi di Forza Italia, alla Villa medicea di Careggi, in viale Pieraccini a Firenze. I commissari hanno visitato la struttura e incontrato il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Careggi Andrea Des Dorides, funzionari comunali, regionali e dell’azienda ospedaliera, per fare il punto sulla destinazione della storica dimora.
La Villa medicea è stata infatti acquistata dalla Regione Toscana nel giugno scorso dall’azienda ospedaliera di Careggi, dietro pagamento della cifra di oltre 15 milioni di euro. L’obiettivo è quello di, in accordo con il ministero dei Beni culturali, farla diventare un museo, inserendola in un circuito integrato che comprenderà anche le Ville medicee di Castello, Petraia, Artimino, Poggio a Caiano. L’acquisto è stato pagato interamente dall’amministrazione regionale, mentre il restauro, che si preannuncia molto oneroso per le cattive condizioni di alcune parti dell’edificio a partire dal tetto, sarà finanziato al 40% con fondi regionali e al 60% con fondi ministeriali e europei.
La villa, acquistata nel 1417 da Giovanni di Bicci dei Medici, ristrutturata da Michelozzo e poi rimaneggiata nel 1600, fu sede tra l’altro dell’accademia neoplatonica; qui morì nel 1492 Lorenzo il Magnifico. Attualmente, ha spiegato Des Dorides, la struttura è occupata dagli uffici dell’azienda ospedaliera; il contratto di vendita prevede il rilascio completo alla Regione entro il 2006, con il trasferimento degli uffici alle Oblate, mentre alcune stanze sono già state consegnate. “Speriamo adesso – ha commentato alla fine della visita il presidente della Commissione di controllo Paolo Marcheschi - di arrivare in tempi brevi ad avere un progetto, che ad oggi ancora non è definito, in modo da vedere il risultato di un investimento così importante: la restituzione a tutti i toscani di un grande patrimonio storico e culturale.
Il futuro circuito museale delle dimore medicee deve necessariamente nascere con l’accordo con Comune e Provincia, in modo da ricomprendere anche Palazzo Medici Riccardi”. “Ogni ritardo – ha aggiunto Marcheschi – aggraverebbe i costi, già così onerosi in passato e in futuro. Suscita comunque perplessità il fatto che ambienti come questi, con i loro arredi originali, siano stati destinati a suo tempo ad un uso così improprio come quello di ospitare uffici”. (cem)