(8 novembre 2004) – Mentre nello scenario del Medio Oriente, percorso da tensioni violente, si cerca di trovare prospettive nuove per un futuro pacificato, interrogarsi su quale cultura può sostenere la coabitazione nel pianeta rappresenta una necessità profonda per dare radice ai progetti. E’ sogno o utopia la pace di Abramo? Nell’anniversario di Giorgio La Pira, analizzare le inquietudini del mondo che cambia è un obiettivo che la Presidenza della Provincia di Firenze si è data, convocando per martedì 9 novembre, alle ore 16, nel Salone Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze in via Cavour 1, un confronto su ‘La pace di Abramo: sogno o utopia?’.
L’incontro è stato presentato stamani dal Presidente della Provincia Matteo Renzi. Interverranno Amos Luzzatto, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con monsignor Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze, Shaykh ‘Abd Al-Wahid Pallavicini, Presidente della comunità religiosa islamica italiana, e Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana. L’introduzione è a cura di Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze, mentre è moderatore del confronto Antonio Di Bella, Direttore del Tg3.
“Si tratta di un’occasione non banale di approfondimento e confronto – spiega Matteo Renzi – Il centenario della nascita di Giorgio La Pira è stato ricordato in varie forme e non solo dalla comunità fiorentina. La Provincia di Firenze ha ritenuto opportuno offrire un momento di riflessione ulteriore, con l’obiettivo di collegare il ricordo della straordinaria attività di La Pira alle inquietudini del nostro mondo contemporaneo”. ‘La pace di Abramo: sogno o utopia?’ è il “nostro modo per ricordare una coraggiosa sentinella della pace e la sua suggestiva visione profetica, ma diviene soprattutto un’occasione per discutere sulla situazione di oggi, sulla crisi che viviamo, sul ruolo che le religioni abramitiche possono svolgere, su come le comunità territoriali possono impegnarsi – cinquant’anni dopo i primi convegni delle città voluti da La Pira – per un mondo più giusto, perché la pace di Abramo non sia solo un’utopia”.