Nahawa Doumbia è nata a Mafélé, ma cresciuta vicino a Bougouni, capoluogo del Wassoulou (sud del Mali), regione che ha dato i natali ad alcune delle più grandi cantanti maliane quali Oumou Sangaré, Sali Sibide o Dieneba Diakité. La madre, che morì poco dopo la sua nascita, le predisse un destino fuori del comune: sarebbe diventata una grande cantante, nonostante non appartenesse alla casta dei griot, (jelì) ma a quella dei fabbri (numu). Nahawa crebbe con la nonna, ma la famiglia adottiva ostacolò la vocazione al canto, fino a quando alcuni funzionari del Ministero della Cultura scoprirono le sue doti e la fecero debuttare nel 1980 alla ‘Biennale de la Jeunesse” di Bamako.
In seguito, Nahawa è diventata un idolo in Mali e in tutta l’Africa occidentale: riesce a parlare alle giovani generazioni grazie a testi sull’amore, sulla posizione delle donne nella società arcaica maliana e il disagio dei rifugiati africani in Francia. Negli anni ’80 ha inciso tre dischi, fino all’incontro con il produttore Ibrahima Sylla e Boncana Maiga, creatori della moderna musica mandinga che l’hanno portata a Parigi e prodotto l’album “Didadi”, primo passo verso la carriera internazionale.
In questo lavoro, come nei successivi, l’approccio prevalente fonde i ritmi africani con strumentazione e arrangiamenti moderni; la voce cristallina, che si eleva sul cadenzato ritmo da ballo tipico della sua regione nativa, ha incantato anche il Dj francese Frédéric Galliano che ha miscelato samples techno e jazz alle melodie di Nahawa. Con gli altri suoi lavori,“Yankaw” e “Yaala”, è tornata alle sue radici, alla musica tradizionale del Wassoulou, eseguita con strumenti tradizionali: balafon, kamele n’goni e percussioni.
Al festival “Musica dei Popoli”, Nahawa Doumbia presenterà alcuni brani del suo ultimo album, “Diby” (l’ombra, l’oscurità).
Ingresso 10 Euro