Al via la tredicesima edizione di Autrici a Confronto – Festival Nazionale sulla Drammaturgia Contemporanea delle Donne, il più importante appuntamento annuale del Teatro delle Donne, Centro Nazionale di Drammaturgia, dal 1991 punto di raccordo propulsivo di tutto quello che si è fatto e si fa per il teatro in Italia da parte delle donne.
Autrici a Confronto è un'iniziativa ideata per indagare la scrittura teatrale delle donne alla ricerca di nuovi percorsi e nuovi linguaggi. Nelle varie edizioni la drammaturgia interpretata si è sempre alternata alle presentazioni e ai dibattiti regalando momenti di grande emozione e inducendoci ad un viaggio, non ancora concluso, attraverso la parola scritta dalle donne per il teatro.
Nel 1996 abbiamo dato ufficialmente vita al primo Centro Nazionale di Drammaturgia delle Donne e all'archivio dei testi delle autrici italiane contemporanee.
Attualmente il catalogo dell'archivio dei testi (che viene stampato ogni anno in occasione di Autrici a Confronto) contiene schede con notizie dettagliate, utili alla messa in scena, di circa 700 testi di teatro contemporaneo, alcuni già rappresentati, altri vivi solo sulla carta, pochissimi quelli pubblicati, moltissimi quelli letti durante le precedenti edizioni del festival, una ventina quelli messi in scena, cioè prodotti dallo stesso Teatro delle Donne.
Da qualche anno abbiamo avviato anche un’altra pubblicazione, l’annuario delle autrici di teatro, uno strumento unico in Italia, rivolto alle autrici e agli operatori del settore ma anche alle donne, agli studenti, a tutti quelli che hanno curiosità di conoscere chi scrive per il teatro.
Il festival ha il compito di documentare l'ampiezza e la creatività esistente intorno al tema della cultura della differenza e quest’anno farà il punto della situazione mettendo a confronto la scrittura teatrale con le altre scritture contemporanee, con una particolare attenzione a quella musicale.
Importante innovazione della nostra attività per l’anno 2004 è stata l’inaugurazione dal mese di gennaio della SCUOLA NAZIONALE DI SCRITTURA TEATRALE diretta da Dacia Maraini, presso il Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze).
Scrivere per il teatro oggi, in Italia, è quasi una scommessa. Sicuramente una passione che troppo spesso viene delusa o abbandonata per seguire altre forme espressive (narrativa, cinema, televisione) che danno maggiori soddisfazioni e gratificazioni. Perché nel nostro paese il teatro è recitazione, ritmo, immagine, ma soprattutto regia.
E’ proprio il non dare sufficiente importanza al testo scritto che impoverisce il nostro teatro privandolo di un apporto essenziale, dell’anima stessa di uno spettacolo teatrale.
“Il cammino degli autori, che è già difficile di per sé, diventa doppiamente arduo per le autrici, che sono sempre incerte fra costituire una compagnia propria, con tutti i guai che ne conseguono, o accodarsi ad altre compagnie che però dimostrano di tenere in poca considerazione le parole di un pensiero teatrale femminile.
Vince, in una gran moria di talenti, chi ha l’incoscienza e la tenacia di andare avanti nonostante tutto, con quella passione infelice ed esaltante che solo il teatro può dare” (Dacia Maraini).
Nel più ampio contesto della collaborazione storica che lega il Teatro delle Donne a Dacia Maraini, si collocano alcune delle più significative proposte del festival.
Dacia Maraini è autrice i cui testi sono conosciuti, tradotti e rappresentati in tutto il mondo.
Alcuni sono stati rappresentati all’estero ma non in Italia, è il caso di “Norma ‘44”, che abbiamo scelto come evento di punta per questa edizione di Autrici a Confronto. Il testo è stato rappresentato con successo in Germania ed è un’interessante e difficile prova perché musica lirica e drammaturgia si alternano, richiedendo alle interpreti, Monica Bauco e Stefania Stefanin, notevoli capacità canore e attoriali. Roberto Posse sarà invece l’ufficiale nazista. Un testo ambientato in un lager nazista nel 1944, sessanta anni fa.
Un dialogo di grande tensione, di forte impatto e di solido impegno civile sulla Memoria dell’Olocausto, la cui regia è affidata a Stefano Massini, che aveva già affrontato il dramma della Shoah con la regia de “Il Diario di Anne Frank”. Con lunghi brani dall’opera di Bellini, fra cui l’intera aria “Casta diva”. L’Olocausto raccontato da Dacia Maraini e Stefano Massini avrà il profilo di un inverno grigio immerso fra la polvere e la nebbia, fra il gelo del ghiaccio e il ferro del filo spinato.
Un Olocausto che assume quasi il sembiante di un incubo tanto inquietante quanto assurdo, incongruo, sleale. Un incubo perverso come la folle pretesa di cantare Bellini mentre, là fuori, si fa la coda per morire.
Il testo non si riferisce a un caso unico ma a molte vicende che l’autrice ha trovato nelle testimonianze dei sopravissuti, di cui i suoi scaffali sono pieni. “Per anni ho letto e raccolto libri su libri che riguardano i campi di concentramento nazisti. Sono andata ad Auschwitz per capire meglio e vedere da vicino quello che è stato.
La mia sensibilità deriva probabilmente anche dal fatto che io stessa ho fatto due anni di campo di concentramento in Giappone (dal ‘43 al ‘45) e ho un nervo scoperto sull'argomento. Sui nazisti che forzavano i prigionieri musicisti a suonare ci sono molti racconti e testimonianze. Tenendo conto di quelli, ho imbastito questa storia che nasce anche dal mio amore per l'opera e specialmente per la musica di Bellini” (Dacia Maraini). Lo spettacolo verrà presentato in prima nazionale il 4, 5 e 6 novembre alla presenza della stessa Maraini e inaugurerà anche la terza stagione del Teatro delle Donne al Teatro Manzoni di Calenzano, ormai sede stabile del Centro di Drammaturgia.
Verrà poi rappresentato per le scuole medie di Calenzano (8-9-10 novembre), al Teatro Goldoni di Livorno (20 novembre), allo Spazio Tempo Reale di San Donnino a Campi Bisenzio. Lo spettacolo sarà anche promosso dalla Regione Toscana per il Giorno della Memoria 2005.
Altra iniziativa che nasce dalla collaborazione con Dacia Maraini è l’evento che inaugurerà il 29 ottobre la sezione del festival che si svolge nella città di Livorno.
Anche quella con Livorno è una delle storiche collaborazioni del Teatro delle Donne, che prende quest’anno un più ampio rilievo con ben cinque appuntamenti che si snodano fra il 29 ottobre e il 18 dicembre fra il Teatro Goldoni e il Teatro La Goldonetta.
“Passi affrettati” è un evento particolare che nasce da alcune testimonianze raccolte nel mondo sulla violenza alle donne e elaborate in testo teatrale da Dacia Maraini.
Su questo tema si alterneranno sia le letture, che coinvolgeranno 7 fra attrici e attori, che momenti di confronto e dibattito. In scena: Piera Degli Esposti, Lunetta Savino, Carlina Torta, Barbara Amodio, Ilaria Cristini, Giuseppe Moretti, Vincenzo Preziosa. A presentare l’iniziativa la stessa Maraini.
Con passi affrettati le donne si allontanano da esperienze di dolore e di discriminazione. Ma troppo spesso questi passi vengono fermati, trattenuti, inchiodati e fatti ripercorre nel senso inverso.
Da questa osservazione nasce la breve e dolorosa panoramica, ispirata a fatti veri, denunciati anche da Amnesty international, di questo testo, che vuole essere una testimonianza, una denuncia ma anche un atto di simpatia e di attenzione verso tutte quelle donne che ancora sono prigioniere di un matrimonio non voluto, di una famiglia violenta, di uno sfruttatore, di una tradizione, di una discriminazione storica difficile da superare.
Un felice ritorno quello di Lucia Poli presente al festival con due testi.
A Livorno presenterà al Teatro La Goldonetta il nuovo spettacolo scritto insieme a Lidia Ravera e Remo Remotti.
“Conversazioni sul tempo” è l’incontro drammaturgico di vari generi come la musica, la danza, la prosa, la filosofia; è un concerto – saggio - atto unico, un gioco teatrale, un insieme di riflessioni attorno al tempo: tema “caro alle donne”, così quotidiano e così indefinibile, che coinvolge tutti e tutti governa.
Il tempo è un passo di danza, ma è anche lo spazio di una vita.
Il tempo che trascorre è una ruga in più sulla faccia, ma è anche la cavalcata della storia.
Al Teatro di Rifredi di Firenze, struttura che da sempre collabora con il nostro festival, Lucia Poli presenta invece “Chanson Colette” (18-20 novembre), scritto con Valeria Moretti. Tra l’autrice romana e l’attrice fiorentina, continua il sodalizio nato nel 1993, quando a quattro mani avevano scritto Lettere d’amore; seguito nel 2002 da Le sorelle Bronte. Sempre in bilico fra teatro e letteratura il testo presenta una Colette ormai matura che rievoca l’esperienza del music-hall insieme ad una compagna di quegli anni e di quel mondo: l’impegno, la fatica, la solitudine e la promiscuità, le canzoni, le pantomime, i numeri che venivano eseguiti in scena e anche ciò che accadeva dietro le quinte.
Così alle parole si mescolano divertenti giochi, travestimenti ed esibizioni.
Tornando al rapporto fra musica e teatro una serie di eventi saranni dedicati a Janis Joplin e alla sua musica: un testo teatrale, un film, un video, una conferenza, per conoscere la vita della leggendaria rock-blues, star della contro-cultura anni ’60. Il testo teatrale di Elena Pugliese “A woman left lonely”- Omaggio a Janis Joplin, al Teatro Manzoni di Calenzano il 10 e l’11 dicembre, ne ricostruisce la difficile adolescenza nella provincia texana, le disperate ribellioni fino al successo graffiante e viscerale e al tragico decesso per overdose.
Le musiche che accompagnano e segnano il testo (che ha debuttato la scorsa estate al Festival di Asti) sono interpretate dall’ attrice e cantante Maria Grazia Solano e dal gruppo musicale Supershock, rock band della scena underground torinese. Nel pomeriggio dell’11 dicembre si terrà al BZF di Firenze una conferenza con alcuni critici e esperti di musica (Eleonora Bagarotti, Bruno Casini) , l’autrice del testo teatrale e l’interprete M. Grazia Solano. Presso la Cineteca di Firenze a Castello l’8 e il 9 dicembre verranno presentati invece un film e un video sulla vita e la musica della Joplin.
La “vetrina delle autrici” presso il Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze) il 13 novembre presenterà in lettura testi di Dada Morelli e Carlina Torta presentati per l’occasione sotto l’ironico titolo “I monologhi della facchina” mentre a Livorno il festival si concluderà il 18 dicembre con “Piccole Mosse”, testo di Valeria Moretti dedicato al rapporto fra Virginia Woolf e Vita Sackeville West.
Un fuori programma, una curiosità, o se preferite una trasgressione dal festival, la scelta di presentare nel suo ambito la “Medea” rivisitata da Franco Branciaroli, al teatro Goldoni di Livorno il 5 dicembre.