È un omaggio alla fantasia ed all’estro di VIVALDI il concerto di Sabato 30 Ottobre, alla Pergola (ore 16): un florilegio barocco che raccoglie concerti per violino (anche il celebre e misterioso “Grosso Mogul”) o viola d’amore e cantate con voce solista, offerto per l’occasione da L’ASTRÉE, ensemble strumentale italiano specializzato in questo repertorio, e dalla voce del mezzosoprano LAURA POLVERELLI. Accattivante incursione nel sempre amato repertorio barocco, ancor più piacevole se ad affrontarlo è un gruppo come L’Astrée, che a questo repertorio si accosta sempre con vivacità, attenzione stilistica alla prassi dell’epoca e le sonorità terse degli strumenti originali.
L’ensemble si è costituito a Torino, nel 1991, traendo il proprio nome da una celebre composizione di François Couperin “Le Grand”, maestro indiscusso della musica del Sei-Settecento. Dedicatosi con particolare attenzione al ricco patrimonio musicale piemontese in gran parte ancora inedito, L’Astrée svolge un'intensa attività concertistica, ospite di importanti associazioni e festival. Dopo aver realizzato una serie di significativi cd dedicati al Settecento, ha avviato un importante progetto che prevede la registrazione integrale dei Concerti e delle Cantate da camera di Vivaldi, gli autografi dei quali sono custoditi presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
I primi frutti dell’ammirevole progetto vedono anche la partecipazione del soprano Gemma Bertagnolli e del mezzosoprano Laura Polverelli, che rinnoverà il fortunato sodalizio anche nell’occasione fiorentina. È una delle più apprezzate interpreti del repertorio barocco, impegnata in produzioni teatrali al fianco di direttori come René Jacobs, Christophe Rousset, Ivor Bolton; uno dei suoi maggiori successi di cantante-attrice l’ha ottenuto con il ruolo di Sesto nel “Giulio Cesare” di Händel diretto da Rinaldo Alessandrini con la regia di Ronconi.
Ospite regolare di importanti teatri italiani ed esteri, padroneggia sul palcoscenico i ruoli più importanti del repertorio rossiniano e mozartiano, ma si esibisce anche in recital con Lieder ed arie da camera. Domenica 31 Ottobre (ore 21), al Teatro della Pergola, torna il pianista ALEXANDER LONQUICH, come sempre attesissimo dal pubblico. Perché Lonquich è una delle figure oggi più originali e sensibili nel panorama concertistico, sempre attento alla ricerca di un dialogo diretto con il pubblico, da lui sollecitato e coinvolto non solo con programmi ben articolati ma pure scanditi da piacevoli introduzioni, rigorosamente a braccio, che aiutano a comprendere e apprezzare i brani proposti.
Sarà senza dubbio così anche nell’appuntamento fiorentino, per il quale Lonquich presenta un programma assai sfaccettato, fatto di brevi, evocativi, fantasiosi e raffinatissimi quadri musicali carichi d’atmosfera: dominano i colori eterei della Francia e quelli sanguigni della Spagna, ossia Poulenc (il ciclo “Villageoises”), Fauré (Valse-Caprice n. 2) e Debussy (“L’isle Joyeuse”), Albeniz (“El Albaicin” e “Triana” da “Iberia”), ma c’è spazio anche per i guizzi romantici di Schumann (“Kreisleriana”, ispirata dalla penna sulfurea di E.T.A.
Hoffman) e per le dense tinte neoromatiche del contemporaneo Wolfgang Rihm (Klavierstück V).
Nato a Trier, in Germania, ma ormai fiorentino d’adozione, Lonquich si è rivelato a soli sedici anni vincendo il primo premio al Concorso “Casagrande” di Terni, e da allora ha intrapreso una brillante carriera internazionale, come solista e accanto a celebri direttori d’orchestra: si ricorda in particolare il suo sodalizio artistico con il compianto Sandor Vegh. Anche l’attività di direttore coinvolge i suoi impegni, con l’Orchestra da Camera di Mantova, la Camerata Salzburg e con la Mahler Chamber Orchestra.
La curiosità musicale ed intellettuale lo ha inoltre portato a guardare con una sempre più viva attenzione alla musica da camera: negli ultimi anni, ha collaborato con artisti di fama come Shlomo Mintz, Steven Isserlis, Wolfram Christ, Tabea Zimmermann, Frank Peter Zimmermann. La collaborazione con quest’ultimo, testimoniata anche da pregevoli incisioni discografiche, ha portato a numerosi riconoscimenti internazionali. Ai fitti impegni concertistici, Lonquich affianca inoltre un importante impegno in campo didattico, svolto stabilmente con l’Accademia Pianistica “Incontri col maestro” di Imola e la Hochschule für Musik di Colonia.
Già da qualche anno, Lonquich sta conducendo un’accurata indagine sulla condizione dell’interprete oggi, una riflessione che si è finora tradotta in diversi momenti: interventi durante convegni, lezioni-concerto, e soprattutto la ricerca condotta sulle interazioni fra linguaggi, con una particolare attenzione al rapporto fra musica ed espressioni teatrali. Non a caso, il pianista è membro fondatore del Villon Ensemble, un gruppo di ricerca scenica e musicale che affianca alle performances un’intensa attività di laboratori e incontri teatrali/musicali.