«Inaccettabile che il Comune non sappia chi ha occupato abusivamente alcune immobili dell'ex ospedale psichiatrico di San Salvi». Questo il giudizio del capogruppo dell'UDC Mario Razzanelli dopo la risposta dell'assessore Gianni Biagi ad una sua interrogazione su san Salvi. «Chiedevo di sapere chi sono e quante sono le persone che abitano negli edifici in questione - ha ricordato Razzanelli - l'assessore mi ha riposto che questi immobili sono da tempi occupati da persone che non ne hanno titolo.
In un edificio sembra vi siano persone di nazionalità albanese. In un altro il Comune non sa chi ha occupato abusivamente. Per quanto riguarda il terzo edificio l'amministrazione non sa quante e quali persone siano ancora presenti. Da informazioni assunte dalla polizia municipale gli occupanti sarebbero una trentina, ma non c'è nessuna certezza. Questa situazione - ha sottolineato il capogruppo dell'UDC - denota un modo non accettabile di amministrare la cosa pubblica, patrimonio di tutti i cittadini.
Firenze, in tutta la sua storia, non ha mai negato ospitalità ma ha diritto di sapere nome e cognome dei suoi ospiti, oltre che di sceglierli. La situazioni di illegalità non fanno parte della nostra cultura. Sindaco e assessori competenti dovrebbero intervenire immediatamente per porre fine a questa situazione. Senza poi dimenticare - ha concluso Razzanelli - che molti fiorentini, riuniti nel comitato "San Salvi chi può", sono preoccupati per il futuro dell'ex ospedale psichiatrico. Secondo questi ultimi l'area sarebbe al centro di mire speculative da parte dell'azienda sanitaria che, con l'accordo del Comune di Firenze e la Regione, intenderebbe realizzare appartamenti di lusso nel cuore del complesso per 40 mila metri cubi.
Sempre secondo questo comitato, si smembrerebbe così un complesso praticamente unico in Italia, cementificando la più grande area verde cittadina dopo il parco delle Cascine. Questo parco è patrimonio della città ed è dovere di tutti i consiglieri comunali garantire che il recupero di questa area avvenga nel rispetto della sua integrità». (mr)