firenze- “Il nostro Paese (ed anche la nostra regione) è chiamato ad uno sforzo formidabile per tornare ad essere competitivo e attraente. Per vincere questa sfida occorrono istituzioni creative, politiche creative, iniziative creative”. E’ con questo impegno che il presidente della Regione, Claudio Martini, ha aperto stamani i lavori di “Nuovo e utile”, convegno internazionale sulla creatività e l’innovazione organizzato e voluto dalla Regione Toscana, insieme al Comune di Firenze e a Firenze Fiere.
“La cosa che oggi colpisce è la diffusa indifferenza verso il declino della creatività intellettuale, della ricerca e dell’innovazione nel nostro Paese.
Un declino più serio e preoccupante di quello industriale di cui in tanti e da tempo si preoccupano. Per invertire questa tendenza al declino dobbiamo reagire, subito. In Toscana, abbiamo iniziato a farlo: da qualche mese esiste una vera e propria task-force che abbiamo chiamato ‘Toscana 2020’, con l’obiettivo di capire, indagare e precorrere le tendenze, le esigenze economiche e sociali che nasceranno tra venti anni. In questo modo potremo anticipare politiche capaci di fornire risposte preventive alle future esigenze della nostra regione”.
“Per la metà degli italiani il nostro è il Paese della creatività”: questo è quello che emerge dalla ricerca Eurisko presentata stamani da Giuseppe Minoia.
Evidentemente ignorano che l’Italia è scivolata al 25° posto nella classifica internazionale dell’innovazione (Economist, 2004), al livello della Slovenia e Lettonia; al 32° per competitività globale, tra Colombia e Sud Africa; al 24° per ambiente di business, tra Israele e Corea del Sud; al 25°, insieme a Cina e Nuova Zelanda, per percentuale del Pil investita in ricerca e sviluppo. E che se consideriamo i brevetti attualmente in vigore siamo fuori dall’elenco dei primi venti Paesi.
“Mi sembra ci sia di che preoccuparsi – continua Martini – La creatività non è solo un’esigenza politica e culturale, ma anche economica: ormai la competizione globale di un Paese e una regione come la nostra si gioca e si giocherà sempre più sul terreno della qualità. La stessa sfida con la Cina non si vincerà riducendo i costi di produzione, ma attraverso maggiore qualità e maggiore innovazione”.
“Dalla Toscana parte quindi un grido di allarme: investiamo di più sulla ricerca, l’innovazione, la creatività.
Ne ha bisogno non solo la Toscana ma tutto il nostro Paese. Non è un caso – ha concluso Martini – se questo convegno si tiene proprio a Firenze, in Toscana. Questa è stata una terra molto creativa, basti ricordare il Rinascimento e l’Umanesimo. Oggi c’è bisogno di una creatività molto diversa dai tempi di Giotto e Leonardo da Vinci. Ma diversa anche da quella della finanza creativa e delle cartolarizzazioni dell’ex ministro Tremonti o di quella ancor più fantasiosa dell’attuale ministro Calderoli.
Oggi la creatività è ricerca, studio, conoscenza e soprattutto è un lavoro faticoso e costante di istituzioni, università, centri di ricerca e imprese. Per questo è necessario riuscire a fare sistema, in modo più convinto ed efficace. E’ questo ciò che dobbiamo riuscire a fare”. (coll/rf)