Crescono gli occupati tra le donne, nelle fasce giovani e nelle età centrali. In aumento gli occupati nel settore industriale, operai e quadri, calano gli impiegati. In crescita i Co.co.co. In calo i lavoratori autonomi, imprenditori e liberi professionisti. Sono i dati principali del rapporto dell'indagine trimestrale sulle forze di lavoro al mese di luglio 2004, presentato stamani in Palazzo Vecchio dall'assessore alla statistica Eugenio Giani e dal dirigente dell'ufficio comunale di statistica Riccardo Innocenti.
La rilevazione si è svolta durante la seconda settimana di luglio ed ha coinvolto 1400 residenti nel Comune, secondo uno schema di rotazione per cui lo stesso individuo viene intervistato nuovamente dopo 3, 12 e 15 mesi. L'indagine è completamente effettuata tramite telefono presso il Centro C.A.T.I. del Servizio Statistica del Comune di Firenze. "Questo rapporto trimestrale - ha sottolineato l'assessore Giani - dimostra come in realtà i flussi economici rivelano una crescita di attività e occupazione, cosa che costituisce un fatto positivo, anche se da verificare sul periodo medio-lungo.
Questo dato tuttavia conferma la vitalità del nostro sistema economico". Il tasso di attività dei fiorentini (che è il rapporto tra forza lavoro, composta da chi cerca un lavoro e da chi lo ha già, e la popolazione residente in età lavorativa) per questo trimestre si attesta al 50,6%, un valore molto prossimo alla media annuale aprile 2002-gennaio 2003 che era al 50,5%; rispetto ad aprile 2004 il tasso è incrementato di un punto percentuale: un andamento che era atteso perché rispecchia ciò che era avvenuto nello stesso trimestre dell'anno precedente.
Il Tasso di attività femminile è al 44,5% (ad aprile era al 43,0%) mentre quello maschile è al 57,8% (ad aprile, 57,2%). Quindi, incrementa soprattutto la componente femminile della forza lavoro, pur restando ancora nettamente inferiore a quella maschile. Il tasso di occupazione (cioè il rapporto tra il numero di occupati e la popolazione in età lavorativa) è al 47,8%; in aumento di 1,5 punti rispetto al trimestre precedente, ma in diminuzione di 2,4 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2003.
Il tasso di occupazione maschile è al 54,7% (era il 54,5%), quello femminile è al 42,0%, in aumento di 2,7 punti rispetto ad aprile. Il tasso di disoccupazione (ovvero il rapporto tra chi è in cerca di occupazione e la forza lavoro) scende al 5,4%. Nel trimestre precedente era al 6,5%. Rispetto al luglio 2003 è aumentato di 1 punto percentuale ma è inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto alla media annuale 2002/2003. Rispetto ad aprile 2004 la percentuale di occupati sotto i 24 anni aumenta dal 26,2% al 33,9% (un valore, quest'ultimo, molto prossimo a quello registrato a luglio 2003: 33,5%); c'è stato anche un incremento tra gli occupati nella fascia d'età 45-54 anni, passando dal 77,9% all'85,0% nella stessa fascia.
Gli occupati nel settore delle trasformazioni industriali arrivano al 10,5%, in crescita rispetto al trimestre precedente, quando erano all'8,8% mentre nell'anno 2002-2003 la percentuale era del 13,3%. Il settore "commercio" registra una quota di occupati del 21,8% sul totale, incrementando di 3,3 punti rispetto al trimestre precedente: un risultato legato anche alla componente stagionale. In diminuzione di -0,2 punti rispetto ad aprile 2004 il numero di addetti nel settore delle "Costruzioni": 2,5% mentre la stima annuale 2002-2003 era 3,3%.
La quota di lavoratori con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa è al 3,2% e incrementa, rispetto ad aprile 2004, di 2,0 punti percentuali. L'indagine adesso distingue questa categoria sia dai lavoratori autonomi che dai lavoratori dipendenti, conformandosi come categoria di lavoratori con contratti "atipici". In passato venivano invece assimilati ai lavoratori dipendenti.
La percentuale degli imprenditori cala dal 4,4% di aprile all'1,4% di luglio 2004. Notevole anche il calo rispetto al luglio 2003 quando erano il 3,7%.
Anche i liberi professionisti, stimati al 10,4%, sono in calo rispetto ad aprile 2004: -5,3 punti. Questo calo nella quota dei lavoratori autonomi può essere imputabile anche alla ridefinizione dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa che nel passato si erano collocati all'interno degli "autonomi". Nonostante ciò, il calo della percentuale di liberi professionisti ed imprenditori dovrà essere analizzato ancora nel lungo periodo per poter avere un quadro esatto di ciò che sta accadendo a questo aggregato e vedere se sarà confermata la tendenza ad uno spostamento verso il lavoro dipendente o verso quello "atipico".(fd)