Al Teatro della Memoria, di Milano,va in scena sabato 25 e domenica 26 settembre "Ipazia" la più bella opera teatrale di Mario Luzi.la rappresentazione, a cura del poeta Guido Oldani, vuol essere un omaggio milanese per i novant’anni del poeta fiorentino. Oldani che aveva già curato per Luzi, qualche anno fa, un omaggio dei maggiori poeti italiani al padre dell'ermetismo, nell'ambito del Salone del libro di Torino, mette in scena Ipazia in collaborazione con la Fondazione il Fiore di Firenze, e con la compagnia grossetana Teleme, diretta da Francesco Tarsi.
L’opera è teatro di parola, come si usa dire, e non potrebbe essere altrimenti, vista la forte specificità dell'autore. Autentico teatro di poesia, pochissimo praticato in Italia, anche perché rari sono i testi valenti, "Ipazia" trova forse compagni di strada solo nell'opera testoriana e nella "Rappresentazione della Croce" di Giovanni Raboni. "Ipazia" è un Personaggio storicamente esistito. Bellissima filosofa neoplatonica, è figlia pagana di Teone Alesandrino. Il cristianesimo si è insediato nella sua terra e Ipazia sottrae tempo alla sua ricerca matematica ed astronomica per tentare di integrare in qualche modo le due civiltà. L'episodio cruciale è lo scontro fra il patriarca Cirillo d'Alessandria e il prefetto Oreste, con il quale si schiererà.
Vano è l'intento di Ipazia, che viene massacrata per strada dalla folla sobillata e inferocita. Era l'anno 429 dopo Cristo. AL